Alessandra Lanza – Morte
L’anima sopravvive alla morte, l’anima è eterna.Io vorrei essere come l’anima.
L’anima sopravvive alla morte, l’anima è eterna.Io vorrei essere come l’anima.
Vorrei mi venisse nascosto il giorno della mia morte, potrei non presentarmi all’appuntamento.
Funerea falce nell’infinito ventre oscilla sul capo dei condannati a vita.
Si dice che quando muori vedi in un attimo passarti davanti i momenti più significativi della tua vita… Allora Step cerca di allontanare tutti quei ricordi, quei pensieri, quella dolce sofferenza. Ma all’improvviso capisce. È tutto inutile. È finita.
La morte mi deve scambiare per qualcun altro.
Possiamo pensare alla persona umana – che è l’unico tipo di persona che conosciamo – come un’onda che si alza e si abbassa, o a una bolla che si forma e poi scoppia, sulla superficie del “mare immortale”. Come un’onda o una bolla, la persona umana è effimera.La persona, che vive e muore in un organismo psicosomatico su questo pianeta, potrebbe essere una manifestazione dell’eterna realtà spirituale.
C’è un gioco sottile nel risveglio. Una fase in cui la morte ti corteggia, lusingandoti, per protrarre il sonno e convincerti a non svegliarti mai più. La morte ha la prima mano. Ti presenta caleidoscopicamente ciò che ti attende non appena avrai aperto gli occhi. Di che sudare freddo in un letto caldo. Poi, ti fa una controproposta: ti invita a tenere gli occhi chiusi, come se tu fossi il testimone di un imminente delitto mafioso. Quindi, gioca la carta del torpore: un asso pigliatutto che si porta via i tuoi progetti per il passato, ramazza l’angoscia di un presente onnipresente come Dio, ti assicura che nel futuro, per tua fortuna, non ci sarai.