Andrea G. Pinketts – Morte
Nei cimiteri, per quanti fiori ci siano, non è mai primavera.
Nei cimiteri, per quanti fiori ci siano, non è mai primavera.
La morte talvolta bussa, avvisa, e pian piano porta alla resa ma nello stesso tempo prepara, dà modo di combattere: conseguenza di mali improvvisi o già conosciuti che spengono silenziosamente una vita. Altre volte invece, sorprende, inaspettatamente. È la morte più dura perché uccide la gente che sta bene e con essa l’animo della gente vicina. Fa rumore. Rumore di uno schianto, di sirene. Rumore di voci che ne parlano, rumore di lacrime sconosciute che cadono. Nel silenzio solo la verità di ciò che è stato.
Non c’è nulla di maestoso, glorioso o romantico nella morte.
Non c’è nulla di peggio che la morte dell’anima… non è mai la fine di tutto… ma è come portarsi dentro una carogna che non smette mai di marcire…
Il suicidio non solo toglie la vita… ferisce!
Non ho paura della morte… è il non vivere più quello che mi terrorizza.
Come gli altri anch’io andrò. Non sapendo dove. Nel silenzio del perché.