Davide Capelli – Abitudine
È tutta una catena… devo essere solo… quando sono solo divento triste… quando divento triste bevo… quando bevo scrivo.
È tutta una catena… devo essere solo… quando sono solo divento triste… quando divento triste bevo… quando bevo scrivo.
Da giovane palestrato le donne mi amavano fisicamente, da vecchio scrittore le donne mi amano spiritualmente. Ah, se tu mi amassi e basta!
Non ha meta chi cerca l’essenza della vita poiché essa è in noi stessi.
Ogni piccolo traguardo raggiunto nasconde un’insidia: spesso non si fa in tempo a goderne che se ne affaccia un altro all’orizzonte.
Ho preso l’abitudine di abbracciarmi da sola! Ci sono sempre per me, quando mi chiamo non ho impegni, non mi infastidisco per la perdita di tempo, mi capisco, so perfettamente cosa voglio dire quando parlo confusamente tra i singhiozzi, mi scuso da me e non ci sono conseguenze, equivoci od offese quando do di matto. So compatirmi e tollerarmi quando sono odiosa fino all’inverosimile, ingestibile, villana e capricciosa. Ho preso l’abitudine di abbracciarmi da sola perché se dovessi aspettare che qualcuno lo faccia, morirei di freddo. Non ho a chi chiederli questi abbracci, ma dopo un po’ non se ne sente neppure la mancanza, o l’esigenza, si ha solo la percezione di un retrogusto che sa di calore e completezza quando se ne ricevevano; probabilmente, se ci fosse qualcuno a donarmeli, li rifiuterei non riconoscendone l’intenzione.
Il vento spazza via tutto, la pioggia lava, il sole asciuga e riscalda, la luna illumina le notti… ecco… dovremmo avere il cuore programmato così, per spazzare via brutti ricordi, lavare i rimpianti, asciugare i pianti, riscaldarci di nuovo e illuminare il cammino.
Quel mostro, l’abitudine, che divora ogni sentimento il quale ci metta in guardia contro i…