Democrito – Morte
Gli uomini, fuggendo la morte, l’inseguono.
Gli uomini, fuggendo la morte, l’inseguono.
Quando la campana ha suonato, è inutile dir di no.
La morte desta vere emozioni soltanto negli eredi.
Ricordo mio nonno, un contadino: quando gli chiedevo “Cosa fai, nonno?”, rispondeva “aspetto la morte”. Per me non era mai una risposta tragica perché per lui aspettare la morte significava attrezzarsi, nell’ultima parte della vita, ad affrontarla con tutte le armi dell’uomo (lo scherno, l’ironia, la tristezza, l’amicizia, l’amore), ma mai ad esorcizzarla. Noi invece la dobbiamo esorcizzare con i nostri “gesti segreti” perché crediamo solo nei fatti. E di fronte al “fatto della morte”, che non si può controllare perché si è “assenti” nei riguardi di esso, possiamo solo fare scongiuri o “dare i numeri”.
Ero sopraffatto dal disgusto di me stesso e ho considerato di nuovo l’idea di uccidermi, questa volta aspirando forte col naso in prossimità di un agente di assicurazioni.
Un uomo può morire solo una volta: a Dio noi dobbiamo solo una morte.
Il passato sempre mi perseguita… come la morte insegue le sue vittime!