Susan Randall – Destino
Non possiamo decidere la nostra vita, a quella ci pensa il destino, ma possiamo scegliere i nostri sogni e chi sognare.
Non possiamo decidere la nostra vita, a quella ci pensa il destino, ma possiamo scegliere i nostri sogni e chi sognare.
Il caso è frutto di un disegno inconcepibile!
Ci sono voci e voci. Incontri migliaia e migliaia di persone, lungo il percorso della nostra strada. Ma poi, improvvisamente, arriva quella melodia che ferma il tempo. Percepisci qualcosa di diverso. Ed è proprio lei; la voce che suona il tuo destino.
Dove dovrebbe portarci tutto ciò? Là dove ci porterà. E se non dovesse portarci fin là, allora non doveva portarci fin là. Quindi ci porterà senz’altro là dove deve portarci.
È stato in quel momento, hai alzato la testa, occhi negli occhi e in un istante ho capito che saresti stato diverso. Poi l’attimo è passato e mai più ritornato.
Prima o poi acchiappo il destino, e quando ci riuscirò a quattr’occhi gli chiederò, ma che cazzo hai combinato ti sei perso la strada!?
Tutto era programmato a nostra insaputa! Le nostre storie erano scritte nell’anima, aspettavano solo di essere vissute!
Come è strano il destino, prima ti riempie gli occhi di lacrime, e poi ti fa incontrare una persona che cancella ogni cosa anche il dolore che avevano impresso nel tuo cuore.
Perfino l’apparente complessità dell’universo sarà per noi elementare.
Quasi mai le cose vanno come vorremmo. Tante volte purtroppo, più spesso, credo per fortuna.
Se il destino non mi segue ne troverò un altro che vada dove voglio io.
Siamo destinati a diventare qualcosa di incantevole il cui unico scopo è portare felicità.
Chi si appartiene si conosce anche senza mai vedersi!
Vaghiamo lungo strade senza fine per trovare un inizio che non esiste.
Il prodotto della società è la più vasta e affabile corrente di pensiero di bassa profondità capace di trascinare coloro a cui piace ammollarsi ritenendo di non saper nuotare.
La sua vita non gli apparteneva più: era nelle mani del destino che se ne era appropriato un po’ alla volta, lasciandolo esausto ed inerme. Fu così che iniziò a nutrirsi del disprezzo che aveva verso se stesso per ciò che avrebbe potuto e che non aveva mai fatto e come un avvoltoio si avventò su ciò che di buono era rimasto: fu la fine:.
Incroci di veti e tabù fanno si che si perdono le vere occasioni, il destino lo vogliamo e creiamo noi.