Fanny Pala – Morte
Prima o poi arriva per tutti, il momento di calare il sipario.
Prima o poi arriva per tutti, il momento di calare il sipario.
Una donna sempre pia e timorata di Dio, alla morte del suo unico grande amore, rinnega tutto, tutto in quel che ha creduto e amato. Non ama niente, non si capacita all’idea che persone con grandi doti villane, restino sulla terra, mentre persone che lavorano sodo, e son amanti della buona vita vengono privati dagli affetti più cari in giovane età. La donna non ha pace, trova conforto nelle parole di un prete: donna se tu dovessi scegliere dei fiori da portare alla persona cara, e ti troveresti in un prato, quale sceglieresti? I fiori più belli e vivi di colore o quelli bui e spenti? Il nostro signore agisce così raccoglie dalla terra i fiori più belli.
Sognare di ritrovare una persona scomparsa a occhi aperti, o incontrare uno sconosciuto che somiglia alla persona amata perduta, regala una gioia infinita, purtroppo in entrambi i casi è impossibile confessare ogni mancanza.
Non riesco a concepire un Dio che premi e castighi le sue creature o che sia dotato di una volontà simile alla nostra. E neppure riesco né voglio concepire un individuo che sopravviva alla propria morte fisica; lasciamo ai deboli di spirito, animati dal timore o da un assurdo egocentrismo, il conforto di simili pensieri. Sono appagato dal mistero dell’eternità della vita e dal barlume della meravigliosa struttura del mondo esistente, insieme al tentativo ostinato di comprendere una parte, sia pur minuscola, della Ragione che si manifesta nella Natura.
Quell’isola che creiamo ogni volta che ci vediamo, dipinge il cielo di blu, il sole…
L’esperienza di morte riaccende la vita.
Se per l’uomo sarebbe meglio non nascere o comunque morire al più presto, perché considerare l’omicidio una colpa.