Figli e bambini

Lev Nikolaevic Tolstoj – Figli e bambini

Il padre e il professore erano tutt’e due scontenti di Sereza, e infatti il ragazzo studiava male. Ma non si poteva dire che fosse poco intelligente. Al contrario, era più intelligente di tutti quei ragazzi che il professore gli portava ad esempio. Ma non poteva imparare quel che gl’insegnavano perché nella sua anima c’erano bisogni differenti da quelli che supponevano i suoi maestri. Aveva nove anni, era ancora un bambino, ma conosceva la sua anima e la proteggeva come la palpebra protegge l’occhio, e non vi lascia entrare nessuno che non avesse la chiave dell’amore. I maestri si lamentavano che non volesse studiare, ma la sua anima era assetata di sapere. E imparava da Kapitonyc, dalla bambinaia, da Nadenka, da Vasilij, e non dai maestri.

Lev Nikolaevic Tolstoj – Figli e bambini

L’allegria e la tenerezza che brillavano negli occhi di Sereza si spensero sotto lo sguardo del padre, e il bambino chinò il capo. Il padre prendeva con lui sempre quello steso tono che Sereza ben conosceva e che aveva anche imparato a imitare: gli parlava – così sembrava a Sereza – come se si fosse rivolto a uno di quei ragazzi immaginari che si trovano nei libri e che non somigliano ai veri ragazzi. E Sereza si sforzava, quand’era col padre, di parere uno di quei ragazzi dei libri.

Violetta Serreli – Figli e bambini

Ho voglia di vedere tutto con gli occhi di un bambino. Con quella ingenuità, quella purezza di chi si affaccia al mondo e scopre le sue meraviglie. E invece vedo solo il marcio, e anche lo sguardo di un bambino non mi intenerisce più. Non mi smuove animo di pace, ma anzi acuisce un dolore che non so spiegare fino in fondo. I bambini sono il nostro futuro. E io non vedo futuro. Siamo soli, e siamo gli ultimi. Finalmente.

Antonio Cuomo – Figli e bambini

Dedicata a quei bambini che non assaporano la vita, che non sanno cosa sia il Natale, che non vivono la pace della Pasqua, dedicata a quegli angeli che non si nutrono quando hanno fame e si dissetano quando trovano l’acqua. Dedicata a voi, prede di mosche e zanzare, vittime dell’indifferenza umana, che benché maltrattati, mal nutriti, portare nel cuore vivo il significato forte dell’amore di Dio. Siete l’esempio per il mondo intero.

Caterina Angeluzzi – Figli e bambini

Tutti hanno bisogno di un rifugio: i bambini lo trovano nelle braccia di una madre o dormendo appiccicati a un semplice peluche, gli anziani nella preghiera, in Dio e nella religione, gli adulti sono così presi dal lavoro che forse il rifugio lo trovano in loro stessi, gli adolescenti, invece, sono più complicati: loro lo trovano nello studio, nelle sigarette, nelle serate in discoteca, nelle risate con gli amici, nei libri, nella musica. Sara si sentiva protetta da quest’ultima.