Giorgio Manganelli – Libri
Lo scrittore sceglie in primo luogo di essere inutile.
Lo scrittore sceglie in primo luogo di essere inutile.
Ubriacano più le parole che l’alcool.
Uno non ama meno un luogo solo per averci sofferto, a meno che non sia stata tutta sofferenza, nient’altro che sofferenza.
La trasformazione del Dottor Jekyll si può pericolosamente leggere come un esperimento tratto dal ‘Lancet’.
C’è sempre un sapiente di turno pronto a riscrivere la storia prima ancora che questa venga scritta.
Ti scrivo soltanto e ne ho già nostalgia.
Ma se smetto, a cosa penserò? Al mio vuoto? È perché si è vuoti che ci si lascia invadere? È il vuoto in cui si galleggia che ci annega? Siamo vuoti, tutti vuoti… o sono io, io sola, a non possedere nulla? Io sola a provare la sottile, inestirpabile, vorace sensazione che la vita non sia mai quella che vivo, ma sempre un’altra? È strano, ma non ho mai avuto la forza di illudermi di essere qualcosa… La mia forza è un’altra, ambigua, intrisa di orgoglio e di vergogna. Si nutre di coraggio, si affama di paura. Conta sul cuore, per me è questo l’organo dell’intelligenza. Col cuore penso. Che esiste il mondo, me lo assicura il mio cuore animale, vivo, pulsante.