Francesco Cossiga – Ipse dixit
Io sono un finto matto che dice le cose come stanno.
Io sono un finto matto che dice le cose come stanno.
Mi sveglio a mente serena, contemplo il divenir prosastico d’una natura imberbe sprofondando come di consueto in un greve prolasso analitico.
Se una mattina ti svegli freddo, stoico, immune ad offese ed umiliazioni, non c’è dubbio: ti sei svegliato morto!
Stavo con Dio e con il diavolo, però mi sono aggrappato alla mano di Dio e in nessun momento ho dubitato del fatto che Dio sarebbe venuto a salvarmi.
Grazie a Dio non sono perfetto…
Per me ciò che vedi è tutto ciò che hai.
Un nome deve essere la descrizione dei sentimenti, il riassunto di una vita, l’indice di un’esistenza, la carta di identità di una persona, il salve di un individuo, la traduzione a lettere di tutto quello che siamo.Dentro un nome ci si deve riconoscere, ci si deve sentire raccontati, ci si deve girare con interesse quando lo si sente, lo si deve pronunciare col cuore quando ci si nomina, lo si deve sentire proprio prima con l’orecchio, poi con il resto del corpo.Per questo non potrò mai chiamarmi con un nome che piaceva ai miei genitori prima ancora che mi conoscessero.
Quando si pensa troppo al denaro si diventa per forza fascisti.
Coltivare erba non è legale? Se è Dio che ce l’ha data allora vuoi dire che anche Dio non è legale?
I grandi uomini sono i più soli.
Io non sarò mai nessuno, ma nessuno sarà mai come me!
Solo dopo il terremoto il mondo scopre il Paese dove muore di stenti un bambino su tre.
In Italia si spende più per la calvizie che nella lotta contro la malaria.
Le leggi non scritte solitamente sono quelle con le pene più dure.
Di fronte a quell’orda di Vampire Hunter dall’aria assassina, tu mi hai protetta.
Il segreto per ottenere rapidamente quello che vuoi è smettere di volerlo.
Discetis praeteritum vivere.