Gaetano Toffali – Lavoro
Fossi pagato per ridere… sarei al massimo un precario.
Fossi pagato per ridere… sarei al massimo un precario.
Le batterie come erogatori di energia, ed il cervello elaboratore e dispensatore di idee. Ebbene l’uno e l’altro hanno bisogno di ricaricarsi. Per vivere.
Il manager è un killer che fa un altro mestiere.
Lavora tu vecchiaccia che hai la pelle dura… io sono creatura… non posso lavorà.
E quando dico “lavoro” non penso ad una fatica, ad un supplizio che uno deve sopportare dalla mattina alla sera per rendersi indipendente dal punto di vista economico, ma ad una opportunità che Dio ci ha offerto per dare più senso alla nostra esistenza. Ricordatevi quello che vi dico: una cosa è “fare” il tabaccaio, e una cosa è “essere” tabaccaio.
Il giornalista è colui che distingue il vero dal falso e pubblica il falso.
Chi risparmia sudore, non risparmia dolore.
Il lavoro rende nobili e fortifica gli animi.
Se il lavoro nobilita l’uomo, l’uomo nobile non ha bisogno di lavorare.
Robert Benchley ed io avevamo un ufficio così piccolo, che se fosse stato un po’ più stretto sarebbe stato adulterio.
Ci sono certi scrittori che riescono ad esprimere già in venti pagine cose per cui talvolta mi ci vogliono addirittura due righe.
Lo studio non è lavoro ma la forma più gloriosa di gioco.
Il lavoro è il miglior antidoto alla tristezza.
A voler essere sinceri, lavorare è meno noioso che divertirsi.
Vivere senza nessun mestiere è la miglior cosa: magari accontentarsi di mangiare pane solo, purché non sia guadagnato.
Ogni lavoro ha aspetti positivi e negativi il mondo del faschion non fa eccezione.
Chi s’inferma è perduto!