William Shakespeare – Lavoro
Non farmi sentire delle bugie: non s’addicono a nessuno, tranne a un commerciante.
Non farmi sentire delle bugie: non s’addicono a nessuno, tranne a un commerciante.
Non si può lavorare in un contesto dove sei una natura morta.
Solo il comportamento morale pretende l’assoluto rispetto; perciò, lavoratrice procace, mostra al padrone quanto vale il tuo intelletto e non quanto conta il tuo corpo: eviterai molestie e ti sentirai piena di te stessa.
L’ingegneria non è l’arte di costruire. È invece l’arte di non costruire: cioè, è l’arte di fare bene con un dollaro quello che un qualunque pasticcione potrebbe fare con due.
Sul lavoro non lasciarti mai avvincere dall’ozio, ma affaccendati sempre in qualcosa; solo così potrai essere contraccambiato due volte: dal padrone e dall’orgoglio.
Ci sono tre categorie di clienti: 1. Quelli fastidiosi che pagano; 2. Quelli fastidiosi che pagano con difficoltà; 3. Quelli fastidiosi, che non pagano e che bussano alla porta il venerdì sera mentre stai per andare finalmente a casa.
Se cerchi una pratica in una pila di documenti ed inizi a cercarla dalla cima, sicuramente sarà l’ultima, se inizi dall’ultima sicuramente sarà la seconda a partire dalla cima. Non ti conviene partire dal mezzo, qualunque direzione prenderai sarà sempre quella opposta alla posizione della pratica.
Mi rammentano che ai giorni nostri il padrone non esiste più e che l’operaio s’interfaccia con il “Direttore Risorse Umane”. Beh, non c’è che dire! Farsi apprezzare non più come “Essere Umano”, ma come “Risorsa Umana” dev’essere stata una grande conquista e un bel guadagno.
I poveri sono i nostri padroni e bisogna trattarli come tali, altrimenti ci licenziano.
Se fossi occupata a lavorare come attrice, mi sentirei come se stessi derubando la mia famiglia, mio marito e i miei figli, derubandoli dell’attenzione che dovrebbero ricevere.
Sappi, lavoratore sciocco, che non sono le tue braccia ad interessare il padrone bensì il tuo cervello.
La democrazia smette di esistere quando porti via a chi ha voglia di lavorare e dai a chi non è ha.
È bello avere un lavoro. Ma come la mettiamo se hai un lavhorror?
Non possono capire che non basta avere semplicemente un lavoro per sentirsi soddisfatti. E non capiscono quando gli dico che voglio smettere di sentirmi fortunato semplicemente perché ho un lavoro, chi se ne importa quale, per il fatto che molta gente non ha nemmeno quello. Tutti abbiamo il diritto di scegliere il lavoro che ci dà più soddisfazioni a prescindere dai soldi che ci fa guadagnare.
Chi lavora con le mani è un operaio; chi lo fa pure con il cervello è un artigiano; chi vi aggiunge il cuore è un artista.
Molti manager si ritrovano a leggere tutta la posta che arriva al fine di stabilire se sia effettivamente necessario leggerla.
Il lavoro è amore che si rende visibile. Se non potete lavorare con amore ma solo con disgusto, meglio allora che l’abbandoniate andandovi a sedere al cancello del tempio per ricevere l’elemosina da chi lavora con gioia”.