Louis-Ferdinand Céline – Morte
Quando non si ha immaginazione, morire è poca cosa, quando se ne ha, morire è troppo.
Quando non si ha immaginazione, morire è poca cosa, quando se ne ha, morire è troppo.
Chi muore, non muore davvero.
Continuerò a dirlo fino alla Fine senza altri inizi o tempi e neanche sogni: l’amore, la bellezza, la forza, che Dio crede di iniettare al suo Sistema con il mio spirito, rapimento e macellazione, è la droga della sua insania e rovina, insieme agli amati figli che ha condannato con questo universo, insieme a se stesso. La solidità della struttura così ottenuta è pericolosa apparenza. Io posso dispiacermi per la morte della Natura, che avverrà, è questione di tempo, ma sono in fondo un’estranea (non si dovrebbero accettare doni dagli estranei) nel suo Sistema, e lo guardo commossa, come si guarda una famiglia distrutta dall’avidità. Ma la commozione è niente paragonata allo strazio di un Padre che vede crollare l’intera sua creazione nel vuoto e nella disgrazia, voluta proprio dal Padre, che seguirà la sua sorte. Da vittima, io posso solo “agire” da vittima, cioè subire l’invidia di Dio, del Messia e dei santi, che torna a loro come riflessione, senza azione, ma l’avidità non si piega e non si spezza, e posso solo ammirare la disfatta del creato, del Padre. Ammirare… questa è un opera che va al di là della tragedia, fino a finire in nulla, dove gli attori muoiono per davvero, nella scena e nella vita. Continuerò sempre a dirlo: Dio, Serpente, creatore di tutte le cose, fermati, non lo fare; l’amore e la bellezza che credi di donare ai tuoi figli, aggiunti così alla Luce vi porteranno al collasso e allo sfascio eterno.
Che schifo quegli “amici” che quando sei vivo, sei morto…e quando sei morto ti resuscitano rimembrandoti.
La miglior pubblicità è totalmente gratuita, ma ci costa una vita.
Quando qualcuno ti delude irrimediabilmente è come se quel qualcuno fosse morto. Lascerà un vuoto che niente al mondo potrà colmare.
Recitavo, senza volerlo, la parte fondamentale dello “sporcaccione infame e ripugnante”, vergogna del genere umano che è attestata ovunque nel corso dei secoli, di cui tutti hanno sentito parlare, come del Diavolo e del Buon Dio, ma che resta sempre così diverso, così sfuggente, in terra e in vita, inafferrabile insomma.