Marco Mammino – Morte
Non credo sia brutto morire, ma non poterlo raccontare è la peggior cosa.
Non credo sia brutto morire, ma non poterlo raccontare è la peggior cosa.
Tutti hanno bisogno di credere in qualcosa. Beh! Semplice, io credo in me.
I morti durano ben poco, ahimè, nella tomba cadono in polvere più lentamente che nei nostri cuori.
Sono arrivato alla conclusione che il vero problema non è tanto quello che si dice ma come viene detto. Eh già… frase bella e fatta ma è così! I toni! Quelli si che danno peso e leggerezza ad una parola. La parola in sé e per sé non ha alcun peso, rendiamocene conto.
Nella vita, il successo è il vero momento di gloria, in cui da protagonisti saliamo sul palco e recitiamo in maniera memorabile la nostra parte.
La realtà che percepiamo è ricostruita attraverso sinapsi; quando qualcuno per noi importante viene a mancare in realtà occuperà per sempre quel posto nel nostro cuore.
La morte è il mio mestiere, ci guadagno da vivere, ci costruisco la mia reputazione professionale. Io tratto la morte con la passione e la precisione di un becchino: serio e comprensivo quando sono in compagnia dei familiari in lacrime, ma freddo osservatore quando sono solo. Ho sempre pensato che il segreto nel trattare con la morte consistesse nel tenerla a debita distanza. Questa era la regola: non permetterle di avvicinarsi sino a sentirne il fiato sul collo.