Mario Bucci – Abitudine
Non esiste peggior prigione della chiusura mentale…
Non esiste peggior prigione della chiusura mentale…
A volte faceva semplicemente finta d’essere felice. Era diventata tanto abile in questa farsa che neanche lei si rendeva conto quanto avviava il meccanismo, tale da non accorgersi di far finta anche con se stessa. Si accorgeva bene, invece, quando il meccanismo cessava. Accadeva alla fine della giornata, quando rincasava e guardava attorno tutte le sue cose immobili, fisse, mentre in lei tutto tornava in movimento o, meglio, il movimento scopriva le fratture, i tentennamenti. Le cose che aveva dentro erano differenti da quelle fuori, era tutta rotta all’interno al punto che nemmeno un milione di risate avrebbero potuto ripulirla da quelle macerie.
La monotonia, le paure, nascono sempre dal fatto che abbiamo la tendenza a guardare i rapporti futuri con gli occhi delle esperienze precedenti. Se ogni giorno guardassimo ogni cosa con occhi diversi, non si cadrebbe mai nello scontato.
Come tu osi, oh cielo, mostrarmi il tuo sorriso, dopo avermi costretto a sopportare le tue le tue lacrime?
Mi guardo allo specchio e sono fiera di me, fino a che lo potrò farlo senza vergogna non avrò nulla da rimproverarmi.
Un verme, anche se travestito (di sua volontà) da bruco, resterà sempre semplicemente un verme…
Il problema di oggi è che ci sono troppi che si credono grandi che poi alla fine sono immaturi, si immaturi nei sentimenti e nella lealtà.