Elena Ferrante – Morte
Subito dopo il suo funerale mi sentii come quando all’improvviso si mette a piovere forte, ti guardi intorno e non trovi un posto dove ripararti.
Subito dopo il suo funerale mi sentii come quando all’improvviso si mette a piovere forte, ti guardi intorno e non trovi un posto dove ripararti.
La morte lascia sempre tristezza perché l’uomo fa finta di non capire che è parte della nostra vita e, quando arriva, ci trova impreparati.
È proprio quando tutto tace che ti accorgi della mancanza.
Il privilegio dei morti: vivere meglio.
Dopo la morte c’è un tunnel di luce.
Ci si abitua a tutto, anche alla perdita di chi ti riempiva la vita.
Dopo la morte c’è vita.
Noi diciamo che l’ora della morte non può essere prevista; ma, quando diciamo questo, immaginiamo che quell’ora si collochi in un fututo, oscuro e distante. Non ci sfiora lontanamente l’idea che abbia un legame col giorno appena cominciato, o che la morte possa arrivare questo stesso pomeriggio; questo pomeriggio che ci appare così certo, che ha ogni ora, già stabilita e programmata…
Dopo la morte c’è “solo” eternità.
Quando nasci, più che un maschio o una femmina, per il sistema nasce uno studente ignorante, un consumatore, un contribuente, un vecchio da mantenere e da seppellire.
Quando il tempo scade non accetta perdono né preghiera.
Non possiamo non morire, in compenso possiamo scegliere come vivere.
Si è tristi quando siamo lasciati da chi, per circostanze a noi nascoste, intraprende la dimensione ultra terrena. Lo sconforto e la solitudine per molti poi diventa un macigno.Credo che questa dimensione terrena ci leghi talmente tanto all’illusione materialistica, che perdiamo la consapevolezza della nostra origine, che è divina. Oltre la morte sicuramente c’è la vita.
Quando amiamo veramente qualcuno, neppure la morte può strapparcelo dal cuore.
Niente vive in eterno se non la morte.
L’assenza dei propri cari morti… parla.
Ti auguro di trovare la pace lassù, visto che quaggiù non l’hai mai avuta.