Emanuela Bassoli – Morte
L’unica minaccia che conosco non è quella di morire, ma quella, di morire dimenticata.
L’unica minaccia che conosco non è quella di morire, ma quella, di morire dimenticata.
Non è la morte a sottrarmi l’invincibilità, ma il sonno.
La vita e la morte, che strana parentela, non vanno d’accordo, ma viaggiano sempre tenendosi per mano.
Non avere paura alla morte, perché passare per quel tunnel buio è soltanto un modo per arrivare a vedere di nuovo la luce. Quella luce che ci porterà al paradiso, a una vita nuova.
Solo i morti hanno visto la fine della guerra.
Ho pianto per la tua lontananza e ogni lacrima ha nutrito la tua mancanza. Ho atteso nel silenzio della notte di poter ascoltare la tua voce, ma solo i miei sospiri hanno riempito il buio. Ho cercato in altri occhi i tuoi occhi e non ho trovato nessuno sguardo che mi riportasse a te. Eppure io so che tu ci sei, che mi sei accanto ed è questa è la sicurezza che mi spinge a cercarti ancora.
Non è la morte che fa paura, ma è la vita con le sue fiabe e i suoi dolori che ci usura.
Aspetto che la morte venga a prendermi, nascosto tra i defunti, dove mai potrà pensare di trovarmi.
La mia paura più grande è quella di morire senza aver realizzato i miei sogni.
Quando smetterò di bere sarò già morto, quando uscirò dai guai non esisterò più, quando sarò felice sarò già polvere.
Quando me ne andrò da questo penoso mondo lascerò sicuramente un segno di me: qualcosa per cui maledirmi, qualcosa per cui odiarmi, qualcosa per cui cancellarmi dalla mente. Ti lascerò la verità da ricordare e la tua coda di paglia da temere.
Non hai la possibilità di vivere perché non hai la forza per continuare a vivere.
Morire con onore resta nel tempo in eterno.
La vita va e viene… è normale, perdere persone care è come perdere un pezzo di noi stessi che non riavremo mai indietro. Addio.
Ti vestirai di nero per sfuggirle, piangerai le tue perdite in silenzio e ti aggrapperai alla speranza. Rincorrerai la vita, sapendo bene che la tua ora è arrivata, ma non lo saprai fin a quando il ticchettio dell’orologio ti avvertirà. D’altronde non l’hanno sconfitta i dittatori, che credevano di avere il mondo in mano, come puoi farcela tu? Tu non sei nessuno. Faresti meglio ad inginocchiarti uomo, perché la morte ha allungato le sue scheletriche braccia per afferrarti. Non potrai mai vincere una battaglia persa in partenza.
Vorrei poter vedere il giorno in cui mi faranno l’autopsia quanto son “bella dentro”.
Commettere gravi errori è un po’ come morire, non c’è possibilità di tornare indietro. Gli errori però possono essere evitati, la morte invece no, quella è inevitabile.