Henry Wadsworth Longfellow – Musica
La musica è il linguaggio universale dell’umanità.
La musica è il linguaggio universale dell’umanità.
Il mio corpo è come uno strumento musicale, un flauto: non pensate che produca una gradevole melodia?
Il canto è il cammino che conduce al senso.
Amore chiama amore. Non è tanto importante essere amati quanto amare. Con forza e con tutto il nostro essere.
Quando stai di fronte a un albero, se guardi una sola delle sue foglie rosse non vedrai tutte le altre… Sarà come se le altre non esistessero.
Considera le cose di grande importanza non troppo seriamente. Considera le cose di poca importanza con la massima serietà.
Il Maestro Yagyu Munemori disse: “Non ho imparato la Via per vincere gli altri, ma per vincere me stesso”. Questo vuol dire che noi, oggi, dobbiamo cercare di essere migliori di ieri e, domani, migliori di oggi. Giorno per giorno, per tutta la vita, bisogna camminare nella Via, in un mondo senza confini.
La semplicità non è un fine dell’arte ma si arriva alla semplicità malgrado se stessi avvicinandosi al senso reale delle cose. La semplicità è la complessità stessa – ti devi nutrire della sua essenza per comprenderne il valore.
Il musicista colto potrà studiare una Madonna di Raffaello con la stessa utilità con cui il pittore studierà una sinfonia di Mozart… L’estetica di un’arte è quella delle altre, soltanto il materiale è diverso.
L’arte non fa che ricominciare.
L’esperienza mi dice che si conosce un’opera intimamente solo quando si può cantarla mentalmente a sé stesso e quasi ricrearla nella propria mente.
Credo che la cosa più importante per un musicista sia quella di trasmettere a chi lo ascolta un’immagine di tutte le cose meravigliose che sente e avverte nell’universo. Questo è ciò che la musica significa per me, semplicemente una possibilità, tra le molte altre, di dire che viviamo in un mondo immenso e meraviglioso, un mondo che ci è stato donato…
L’arte si deve necessariamente considerare come il grado più alto, come l’evoluzione più perfetta di quanto esiste; ci offre infatti essenzialmente la stessa cosa che il mondo visibile; ma più concentrata, più perfetta, con scelta e con riflessione: possiamo quindi, nel vero senso della parola, chiamarla il fiore della vita. Se il mondo come rappresentazione non è che volontà divenuta visibile, l’arte è precisamente tale visibilità resa più chiara; la camera oscura che abbraccia meglio e con una sola occhiata; è lo spettacolo nello spettacolo, la scena nella scena.
Coloro che danzavano erano considerati folli da quelli che non riuscivano a sentire la musica.
Una modifica nel campo dell’arte non dovrebbe avvenire, come nella moda, solo per la novità. Nuova musica o nuova pittura o nuova poesia devono rispecchiare un nuovo modo di pensare nel mondo. Allo sviluppo di un nuovo stile musicale si arriverà grazie alla mente e al sentimento di veri artisti, non di opportunisti.
Octavio Paz ha detto un giorno: “È sufficiente che un uomo chiuda gli occhi perché abbia il potere di far saltare nel suo pensiero il mondo”. Io aggiungo, parafrasando: “È sufficiente che la palpebra bianca dello schermo possa riflettere la luce che le è propria per far saltare l’universo”.
Se cambia la musica, cambieranno anche le istituzioni più importanti.