Elias Canetti – Paura & Coraggio
E se quelli che rimangono fossero sempre i peggiori?
E se quelli che rimangono fossero sempre i peggiori?
Il modo migliore per venirne fuori è sempre buttarsi dentro.
Perché mai a me questa paura, stabilmente, come un guardiano davanti al mio cuore profetico volteggia? E un canto non richiesto, non pagato, pronuncia profezie, né posso io scacciarlo come si fa con sogni confusi, in modo che la fiducia rassicurante sieda sul trono della mia mente?
Il messaggio che invio, e credo anche più importante di quello scientifico, è di affrontare la vita con totale disinteresse alla propria persona, e con la massima attenzione verso il mondo che ci circonda, sia quello inanimato che quello dei viventi. Questo, ritengo, è stato il mio unico merito. Io dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona.
Non si è mai tanto paurosi o arditi quanto s’immagina d’essere.
Il senso delle nostre imperfezioni ci aiuta ad avere paura. Cercare di risolverle ci aiuta ad avere coraggio.
Non avere paura della perfezione, tanto non la raggiungerai mai.
Nell’inquietudine non siamo noi a decidere è l’angoscia che decide per noi.
Non temere! Accogli l’ignoto e l’impreveduto e quanto altro ti recherà l’evento; abolisci ogni divieto; procedi sicuro e libero. Non avere omai sollecitudine se non di vivere. Il tuo fato non potrà compiersi se non nella profusione della vita.
Felicità e sofferenza sono figli della stessa passione.
Il terrore uccide, non la morte.
Che è mai l’uomo? il coraggio fu sempre dominatore dell’universo perché tutto è debolezza e paura.
Contro le infamie della vita le armi migliori sono il coraggio, l’ostinazione e la pazienza. Il coraggio fortifica, l’ostinazione diverte e la pazienza dà pace.
Soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire.
La paura per me è il braccio d’ansia di un pendolo che, sul fulcro, oscilla disordinato tra l’incertezza e l’esitazione.
Spavento e speranza sono visione.
L’esitazione si vince a piccole dosi ma più l’affronti e più persevera.