Salvatore Ruocco – Vita
Quando ero un pugile, vedevo gli angeli danzare sul ring con me, ma per l’ultimo match, quello clandestino, non c’erano più.
Quando ero un pugile, vedevo gli angeli danzare sul ring con me, ma per l’ultimo match, quello clandestino, non c’erano più.
Non fingo “sorrisi”, “lacrime” o felicità; Io sono ciò che sento, ciò che faccio ma soprattutto sono quello che dico.
M’è troppo presto il meriggio, per vivere già la mia notte.
Ci sono persone vive, che non sanno vivere e non vivranno mai.
La tua volontà in alto ti porterà.
Le amicizie le ho perse,le conoscenzenon ho avuto il tempo di farle,quindi sono soloma anche cosimi sento in troppa compagnia.
L’uomo è quello che da sé stesso si è forse precipitato nell’abisso delle miserie ove egli geme. I selvaggi che noi vedemmo non vivono male fra loro, ed i selvaggi che vivono sparsi ad uno ad uno nei boschi, e non campano che di ghiande e d’erbe, son certamente più felici ancora. Dalla società son nati i più gravi delitti. Vi sono uomini nella società che son costretti, per ragion di stato, a desiderare la morte degli uomini. Il naufragio d’un vascello, l’incendio d’una casa, la perdita d’una battaglia, inducono alla mestizia una parte della società, e spargono la gioia in un’altra. Tutto va molto male, mio caro Cacambo, e non v’è per il saggio altro partito da prendere che di tagliarsi la gola più delicatamente che sia possibile…