Miguel De Unamuno – Scienza e tecnologia
La vera scienza soprattutto insegna a dubitare e ad essere ignoranti.
La vera scienza soprattutto insegna a dubitare e ad essere ignoranti.
La scienza è continua ricerca, ma vorrei proprio sapere cosa spera di trovare alla fine.
Ci son quelli che hanno ricevuto un’educazione liberale all’università dell’irragionevole, ed hanno ottenuto il diploma nella scienza dell’ipotetico, che sono i loro studi fondamentali.
La tecnologia non tiene lontano l’uomo dai grandi problemi della natura, ma lo costringe a studiarli più approfonditamente.
Più la teoria dei quanti ha successo, più sembra una sciocchezza.
Ma, si dirà, la scienza è fede? Sì. Per avere potenza sul mondo, la scienza ha rinunciato da tempo ad essere “verità”, nel senso attribuito a questa parola dalla tradizione filosofica. La scienza è divenuta sapere ipotetico. Sa di non essere sapere assoluto – e in questo senso non è fede ma dubbio –, tuttavia per aver potenza sul mondo deve aver fede nella propria capacità di trasformarlo; ed è all’interno di questa fede che essa elabora, risolve o conferma i propri dubbi.
Per verificare l’ipotesi che il cane ha sei zampe lo scienziato non va in giro a osservare i cani, ma va in laboratorio a crearne uno a sei zampe.
La tecnologia era un mezzo, ora è un fine.
La stupidità è un peccato mortale.
Tutta la conoscenza prescentifica, sia essa animale o umana, è dogmatica; e con la scoperta del metodo non dogmatico, cioè del metodo critico, comincia la scienza.
La tecnologia… l’abilità di organizzare il mondo in modo tale che non siamo costretti a farne l’esperienza.
La verità è che, di fatto, l’homo sapiens non ha la più pallida idea neanche di come funzioni il suo stesso cervello, prima ancora di come funzioni la realtà che lo circonda.
Noi italiani siamo passati dall’essere un popolo di diplomati ignoranti ad essere un popolo di laureati ignoranti.
La cosa triste, a proposito dell’intelligenza artificiale, è che le manca l’artificio e quindi l’intelligenza.
L’ingegno dell’uomo ha limite soltanto per lo scopo dell’applicazione.
Non sono contrario al progresso della scienza in quanto tale, al contrario, guardo con ammirazione allo spirito scientifico dell’Occidente e se questa ammirazione ha delle riserve è perché lo scienziato dell’Occidente non ha alcun riguardo per le creature più umili di Dio: io aborrisco la vivisezione con tutta l’anima. Detesto l’imperdonabile massacro nel nome della scienza e della cosidetta umanità e considero tutte le scoperte scientifiche che si macchiano di sangue prive di valore. E credo con chiarezza che spunterà un giorno in cui lo scienzato onesto dell’Occidente porrà dei limiti ai metodi attuali di perseguimento della conoscenza. Verranno approntate misure che terranno conto non solamente della famiglia umana, ma di ogni creatura vivente.
Se gli scienziati facessero esperimenti sulla propria vita sarebbero più credibili.