Angela Mori – Sogno
Sognai di salire come un equilibrista Sulla corda d’oro di un raggio di sole. Caddi facendomi male al mio risveglio sulla realtà’ presente!
Sognai di salire come un equilibrista Sulla corda d’oro di un raggio di sole. Caddi facendomi male al mio risveglio sulla realtà’ presente!
Spesso gli altri fanno tante giri di parole per farci capire che stiamo sbagliando, il grave sbaglio e’quello di seguire un sogno. Si può adeguarsi a tante cose ma a rinunciare ad un sogno no, in quel sogno ci sono tutte le aurore, le stelle, la luce e al buio che vita è.
I sogni sono come le stelle. Col tempo si allontanano, si nascondono ma non si spengono mai.
Il pensiero è l’anticamera del sogno.
Forse c’è qualcosa di peggio dei sogni svaniti: la non voglia di sognare ancora.
Portami dove i sogni hanno il profumo della realtà!
Uh, quante volte ho investito male nei sogni e sono finita in bancarotta nell’anima!
Tu pensa solo a dormire. Ci penseranno i sogni a preparare il tuo domani.
Io allevo tarli nel cassetto affinché i miei sogni possano venirne fuori.
Il senso di libertà che suggerisce un pensiero pulito e semplice accompagnato dalla melodia più dolce è vita e desiderio, ogni distanza si accorcia agli occhi del nostro essere e ogni sogno diventa raggiungibile, il tempo è un compagno che cammina al nostro fianco che di tanto in tanto rende tutto più reale.
È stupendo sognare anche senza un luogo per atterrare, senza paura di farti male.
Lasciatevi tutti baciare dalla dolce bocca del sogno; il sapore che lascerà’ sulle vostre labbra gusterà’ di fiducia e speranza!
Ho sempre sognato di vivere un amore come il nostro, ed ora che lo sto vivendo, mi sembra di sognare!
Abbandonati tra le braccia della notte, ti cullerà tra sogni meravigliosi.
Un sogno, tenuto troppo dentro, ristagna e marcisce. Con la conseguente origine di un sogno malato, che non ha nulla in sé, se non il rimpianto di vederlo concluso nel modo più triste.
I sogni non sono altro che desideri, paure e sensazioni che non riescono a dormire.
Ho sognato che eravamo io e te e c’erano anche i nostri occhi, sì, gli occhi; poi, ricordo che sono apparse le mani come carezze dirette dagli occhi. Questi occhi sembrava fossero direttori d’orchestra e nell’armonia sentivo un suono, un ritmo, si, un crescendo di percezioni… sospiri. Ricordo, ancora, che i sospiri conducevano la dolcezza delle carezze come petali sfiorati dal vento e, poi, ricordo un divenire di colori in un susseguirsi di intensità: luce nella luce. Le parole delle labbra scandivano sintonie celebrali come fossero fiocchi di neve in un inverno di sole.