Alexandre Dumas – Vita
Mio padre era un creolo, suo padre un negro, e suo padre una scimmia; la mia famiglia, mi sembra, è cominciata dove la tua è finita.
Mio padre era un creolo, suo padre un negro, e suo padre una scimmia; la mia famiglia, mi sembra, è cominciata dove la tua è finita.
Il tutto è nel poco: il bambino è piccolo e contiene l’uomo, il cervello è angusto e ricetta il pensiero, l’occhio non è che un punto eppure abbraccia gli spazi.
Chi legge sa molto; ma chi osserva sa ancora di più.
C’è sempre una donna di mezzo; appena mi raccontano un fatto, dico: “Cherchez la femme” (cercate la donna).
Le donne sono come gli aquiloni: più gli si da corda e meglio si tengono.
Certe donne amano talmente il proprio marito che per non sciuparlo prendono quello delle loro amiche.
L’occhio di una donna sa leggere tutto l’orgoglio o tutta la sofferenza sulla fisionomia dell’uomo amato: si direbbe che, in ragione della loro debolezza, Iddio abbia voluto dare alle donne più di quello che da alle altre creature.Esse possono celare i loro sentimenti all’uomo; l’uomo non può celare alla donna i propri.
Gli uomini, che sono sciocchi in molte cose, lo sono soprattutto in questa: che confondono sotto la parola “civetteria” la fierezza d’una donna e la sua variabilità. Io sono fiera, vale a dire imprendibile; tratto male i pretendenti, ma senza alcuna pretesa sotterranea di trattenerli. Gli uomini dicono che sono civetta, perché hanno l’amor proprio di credere che li desidero.
I legami del matrimonio sono così pesanti che bisogna essere in due per portarli, a volte in tre.
Non so se in vita vostra abbiate provato, o proverete mai, quello che provavo alla vista di Margherita. L’ultima volta che era venuta, sedeva là, allo stesso posto, ma da allora s’era preso un altro amante, e altri baci dai miei avevano premuto le sue labbra. Eppure alle sue labbra anelavano le mie, e sentivo d’amarla ancora ugualmente e forse di più di quanto l’avessi mai amata.
– Non ho mai conosciuto un uomo come voi.- Nessuno vi ha mai amata come vi amo io.
-Dunque voi mi curereste?-Sì.-Sareste tutti i giorni accanto a me?-Sì.-e anche tutte le notti?-Sempre finché non v’annoiassi.-Che nome date voi a ciò?-Devozione.-e donde viene questa devozione?-Da un’attrazione irresistibile che sento per voi.-Così, voi sareste innamorato di me? Ditelo subito, è molto più semplice.-Può darsi, ma se dovessi dirvelo un giorno, non sarà oggi di certo.-Meglio non dirmelo mai.
Così ostinato la fissai, che il mio sguardo attirò il suo.
Era velata, è vero; ma due anni innanzi non avrei avuto bisogno di vederla in viso per riconoscerla, sotto ogni velo: sì, l’avrei indovinata. Pure ancora il cuore mi palpitò al sapere che era lei, e i due anni trascorsi senza vederla, come gli effetti che parevan nati da tanta separazione, sfumarono, svaniti insieme, al solo tocco della sua veste.
Affari? È abbastanza semplice: si tratta di soldi di altre persone.
Il cuore mi batteva così forte da vietarmi di pensare.
Negli affari non ci sono amici, soltanto soci.