Antonio Recanatini – Vita
La gabbia non è un compromesso per chi ha scelto di volare.
La gabbia non è un compromesso per chi ha scelto di volare.
La strada insegna che non bisogna fidarsi troppo dei pentiti, come non bisogna fidarsi troppo dei redenti e dei convertiti. La cultura dell’espiazione appartiene a un mondo insano, al ricatto, alla convenienza, ai privilegiati indotti a considerarsi immuni a qualsiasi peccato. L’uomo ha bisogno di vincere la gara a costo di tradire le sue stesse radici, il suo essere vigile o distratto, buono o cattivo, presente o assente che sia. Prima di aprirvi ai pentiti, chiedetevi se vi pentireste mai e a quale prezzo, si nasce, non si rinasce; ogni vita è un evento, il cambiamento è circostanziale, io mi fido dei rinnegati, gli indomabili!
Se potessi dare nome alle tue lacrime le chiamerei donna, se potessi dare un nome al tuo passo felpato e il tuo ancheggiare spedito, di fronte al mio guardo, ti chiamerei allo stesso modo: donna.
L’uomo sfida da sempre la natura perché è un animale disadattato nel cuore della terra.
Spesso la mia follia non è disposta ad accettare compromessi con la realtà dei fatti, soprattutto se inconfutabili. Forse solo per questo i poeti scrivono, i pittori dipingono, i musicisti suonano…
La commiserazione verso i ricchi e i privilegiati è un’arte dell’ignoranza.
Le uniche lacrime che mi hanno angosciato nella vita sono quelle degli operai, dei disoccupati e dei disperati. Le lacrime dei giocatori rattristano gli idioti.
Sarò per sempre il cantore dei prigionieri, degli oppressi, dei calpestati, dei disadattati e dei deboli. Non credo sia una scelta di vita, ma l’indole di un animo ribelle.
È solo un caso che tu sia bianco o nero, è solo un caso che tu sia gay o etero, è solo un caso che tu sia diversamente abile o abile soltanto. Chi nota differenze si fa solo vanto della propria ignoranza.
Adoro sentire spiegazioni forbite, eleganti e precise, adoro sentire le spiegazioni fino all’ultimo e poi lasciare la discussione inserendo data, luogo e motivazione storica. Adoro passare per ignorante. E poi ridicolizzare maestri, educatori, professori e “anestesisti”. Porto addosso la polvere dell’asfalto e, ogni giorno, incontro un disoccupato, un operaio, un pregiudicato o un poveraccio da vendicare.
La verità è un concetto troppo rivoluzionario per l’uomo.
Il capitalismo concede una sola alternativa al servilismo: la miseria.
Da tempo la realtà è diventata una favola, la favola un sogno, la rivoluzione un destino.
La peggior epoca storica è quella in cui l’amore può essere acquistato, la passione ipotecata e la felicità un abbaglio sbiadito. L’epoca storica peggiore è quella in cui diventano artisti i mistificatori e i figli benedetti, i brutti divenire belli e gli svenduti parlare alla folla. L’epoca storica peggiore è quella in cui il potere passa agli aguzzini e il popolo non considera la propria schiavitù.
Un popolo disperato non accetta il confronto, non scende in piazza a cantare, non discute per migliorare, un popolo disperato ha bisogno di rivoluzione.
Nel paese degli stolti, solitamente, i falsi fanno fortuna.
Il sapere evita lo scontro tra poveri, per questo motivo, difendere la cultura diventa un atto rivoluzionario.