Bernardo Panzeca – Figli e bambini
Quando ho freddo non sempre uso una coperta, a volte parlo con mamma.
Quando ho freddo non sempre uso una coperta, a volte parlo con mamma.
A un bambino puoi raccontare tutte le bugie di questo mondo tranne che la luna sia un satellite che gira attorno alla Terra. Dopo aver conosciuto la propria mamma non crederebbe mai a una tale fandonia.
La luce in casa può essere accesa in due modi. Pigiare un interruttore o svegliare la propria mamma.
Le mamme sono come le tende. Vestono la casa.
Le fiabe servono più ai grandi che ai piccoli. Quest’ultimi sanno già come parlare a un topino.
Il tramonto non è altro che un inchino alla mamma. Sconfinata ed eterna sorgente di luce.
Per essere felici basta poco. Un cellulare spento e delle nuvole che pascolano.
Non penso di essere un tipo molto intelligente. Ogni qualvolta litigo con qualcuno subito dopo mi vien da ridere.
In un modo o nell’altro dovremmo essere riconoscenti al traffico. Se di tanto in tanto riflettiamo è anche merito di quest’ultimo.
Il cielo donò il sole all’uomo, ma egli lo scambiò per un pallone.
Volli incontrare un cuore. Mi dissero di farlo la notte tenendo per mano una stella.
Un bacio raggiunge l’eterno quando utilizza lo sguardo. Non le labbra.
Anche le stelle in realtà hanno un numero di cellulare. Sul mio per esempio sono memorizzate sotto il nome di mamma.
Un bacio raggiunge l’eterno quando utilizza lo sguardo. Non le labbra.
I battiti vanno uditi ma soprattutto letti. Sono note che danzano e volteggiano sul più puro dei pentagrammi. Il cuore.
È il respiro ad ascoltare, mamma. Non l’udito.
Volli incontrare un cuore. Mi dissero di farlo la notte tenendo per mano una stella.