Giorgio Napolitano – Politica
Deve esserci un esame di coscienza che non conosce coloriture e discriminanti politiche.
Deve esserci un esame di coscienza che non conosce coloriture e discriminanti politiche.
Il malessere è nella insufficiente tutela del lavoro, della vita sul lavoro. Questo è stato e rimane un mio assillo.
L’unità nazionale è il bene primario da tutelare e consolidare.
Sarò il presidente di tutti e non solo di quelli che mi hanno eletto.
In un mondo interdipendente nessuno può più costruire muri, evitare il movimento delle persone e limitare la circolazione delle idee. Questo vale anche per l’idea che si debbano rispettare e proteggere i diritti umani.
Il fatto che proprio a Cannavaro sia toccato l’onore di alzare al cielo questa coppa del mondo aumenta la mia felicità.
Si è spenta con Rita Levi Montalcini una luminosa figura della storia della scienza che tanto ha rappresentato per la causa della scienza, per l’affermazione delle donne, della libertà e della democrazia.
Il malessere è nella insufficiente tutela del lavoro, della vita sul lavoro. Questo è stato e rimane un mio assillo.
La realtà del lavoro operaio, con i suoi problemi e anche nella sua configurazione umana, ha rappresentato una parte importante della mia vita. E non lo dimentico.
Non si può correre il rischio che i giovani si scoraggino. Non possiamo rischiare che non vedano la possibilità di realizzarsi, avere un’occupazione e una vita degna nel loro, nel nostro Paese.
Celebrare il 150º Anniversario dell’Unità d’Italia significa diverse cose: significa verificare da dove veniamo, ma anche dove siamo arrivati e dove andiamo.
Si può considerare penoso che da qualunque parte, nel Sud e nel Nord, si balbettino giudizi liquidatori sul conseguimento dell’unità, negando il salto di qualità che l’Italia tutta, unendosi, fece verso l’ingresso a vele spiegate nell’Europa moderna.