Lev Nikolaevic Tolstoj – Successo
Tutte le idee che hanno enormi conseguenze sono sempre idee semplici.
Tutte le idee che hanno enormi conseguenze sono sempre idee semplici.
Un dispiacere puro e completo è impossibile come una gioia pura e completa.
Le famiglie felici si somigliano tutte. Le famiglie infelici sono infelici ciascuna a suo modo.
Stepan Arkadevic riceveva e leggeva una gazzetta liberale, non estremista, ma di quella tendenza verso la quale andava la maggioranza. E malgrado che non s’interessasse né di scienza, né di politica, né di arte, su tutti questi argomenti si atteneva alle direttive della maggioranza e del suo giornale, e cambiava opinione soltanto quando ne cambiava la maggioranza, o, per meglio dire, non cambiava opinione, ma questa insensibilmente veniva a cambiarsi in lui.
Malgrado la solitudine, o in conseguenza della solitudine, la sua vita era molto piena.
Anna Arkad’evna leggeva e comprendeva, ma non le faceva piacere leggere, cioè seguire il riflesso della vita altrui. Aveva troppa voglia di vivere lei stessa.
Vedeva che loro, in quella sala piena di gente, si sentivano soli.
Anche solo quello sguardo, involontariamente radioso, era bastato a far comprendere a Levin che lei amava quell’uomo, a farglielo capire come se lei stessa glielo avesse detto.
Con quello che provava dentro di sé, si sentiva soffocato e impacciato in quel ristorante, tra le salette dove stavano pranzando anche delle signore, in mezzo a quella confusione e a quel trambusto; quell’atmosfera di bronzi, specchi, lampade e tatari lo disturbava. Aveva paura di contaminare ciò che riempiva il suo cuore.
È buffo: non si occupa che di beneficenza, è una cristiana, e intanto si arrabbia sempre, crede sempre tutti nemici, e questi nemici anche loro non si occupano d’altro che di beneficenza e di religione.
Si può salvare una persona che vuole essere salvata, ma con una natura così corrotta, così pervertita, che vede il precipizio come una salvezza, che cosa si può fare?
Non c’era nessuna risposta, altro che quella che la vita dà a tutte le questioni più complicate. E la risposta è questa: bisogna vivere secondo le necessità della giornata, cioè, dimenticare. Dimenticare nel sogno non è più possibile, almeno finché venga la notte: impossibile ora tornare a quella musica che cantavano le donne-ampolle; dunque bisogna dimenticare nel sogno della vita.
L’uomo ha ricevuto direttamente da Dio l’unico strumento per conoscere se stesso e la propria relazione con l’universo: questo strumento è la ragione, e nient’altro.
La nostra fortuna, amico, è come l’acqua nella rete: tiri la rete e la senti gonfia e quando l’hai tirata a terra non c’è niente.
La suprema saggezza ha soltanto una scienza: la scienza del tutto, la scienza che spiega l’intera creazione e il posto dell’uomo in essa.
Il colpevole soffre più dell’innocente se si persuade che la sua colpa ha prodotto tutto il male.
Era come se tutte quelle tracce del suo passato lo avessero afferrato dicendogli: “No, non ci lascerai, non diventerai un’altra persona, resterai quello che eri: coi tuoi dubbi, con la continua insoddisfazione personale, coi vani tentativi di correggerti, con le cadute e l’eterna attesa della felicità che non ti è stata data e che per te non è possibile”.