Luca Bianchini – Vita
La vita non è solo la passione ricordatelo. La vita è tutto ciò che fai, che semini… perché se semini nell’amore, senza l’amore sarai perduto. E non ti resta che la depressione e tutti i dolori che porta con sé.
La vita non è solo la passione ricordatelo. La vita è tutto ciò che fai, che semini… perché se semini nell’amore, senza l’amore sarai perduto. E non ti resta che la depressione e tutti i dolori che porta con sé.
Il tradimento comincia dall’idea che precede il fatto: anche se il fatto non sussiste.
Quando perdi, solo in pochi si ricordano ancora di te.
Quando hai una bomba nel cuore non vedi l’ora che esploda, per far morire tutti.
Io sono uno che guarda tutti. Forse perché sono straniero e voglio farmi accettare. Infatti molti capiscono male quando sorrido. Ma il problema è vostro, che avete paura della gente che vi sorride e pensate subito a un secondo fine.
Il mondo dovesse essere senza errori, ma senza errori il mondo sarebbe noioso come i discorsi dei politici.
In certi momenti non è importante cosa c’è scritto nel messaggio, perché l’importante è che arrivi, che suoni, che appaia.
La sua felicità chiedeva solo silenzio: anni trascorsi con i viaggiatori lo avevano convinto che i momenti più belli vanno custoditi dentro bolle di vetro senza parole. Solo così conservano l’incanto, senza essere scalfiti dalle fragilità umane.
Il mondo dovesse essere senza errori, ma senza errori il mondo sarebbe noioso come i discorsi dei politici.
Le parolacce, sulla bocca di chi non le dice mai, acquistano poesia.
Io sono uno che guarda tutti. Forse perché sono straniero e voglio farmi accettare. Infatti molti capiscono male quando sorrido. Ma il problema è vostro, che avete paura della gente che vi sorride e pensate subito a un secondo fine.
-Però non vorrei la foto.-E perché?-Perché la foto invecchia, e fa diventare vecchio anche il tuo ricordo. Invece il nome no. Il nome rimane. Resterà sempre incontaminato [… ]-A me della morte non me ne frega niente.-È solo perché te non vivi. Te ti proteggi e basta, te e le tue maschere. I nostri genitori ci hanno dato la vita e noi dobbiamo guadagnarci la morte… E lo puoi fare solo se non l’allontani dai tuoi discorsi e dai tuoi pensieri. Soltanto cosi non vince.
Le parolacce, sulla bocca di chi non le dice mai, acquistano poesia.
È un grande. Perché è un chirurgo della parola e dei sentimenti, e dietro il suo cinismo si nasconde un’enorme solitudine. Lui ci offre sempre il peggio del uomini e questo mi solleva, allontana le mie paure.
Diceva che sono pochi, pochissimi i libri che terminano con l’ultima riga, e sono i più crudeli, perché non ti danno il tempo di salutare la storia, i personaggi, di distaccarti con la lentezza e la malinconia che inevitabilmente caratterizzano la fine, quando conti le pagine per vedere quanta storia puoi trascorrere ancora insieme all’autore. Non c’è amore più intimo e incompreso di quello di un libro che ti piace, mi ripeteva, e a me sembrava il discorso di un vecchio.
Come avrei potuto ricompensarlo? Difficile fare regali agli amici “alla pari”, e mentre lo pensavo mi resi conto che l’amicizia non la puoi proprio incasellare in schemi commerciali. In quel momento a Stéphane avrei davvero regalato il mondo.
Forse ero semplicemente depresso. Sicuramente quella che provavo non era felicità, anche se mi aveva sfiorato qualche volta. La felicità se la tira davvero troppo, dovrebbe piantarla di menarsela tanto e abbassarsi un po’ anche al livello di noi mortali. Perché non riusciamo mai a comunicare con lei? O forse lo facciamo e non ce ne rendiamo conto.