Manuel Cappello – Sogno
Datemi una preghiera, datemi un ricordo, datemi lo skype dell’ufficio dei sogni. L’occhio già mi pesa, e di loro ancor non vedo i segni dell’arrivo.
Datemi una preghiera, datemi un ricordo, datemi lo skype dell’ufficio dei sogni. L’occhio già mi pesa, e di loro ancor non vedo i segni dell’arrivo.
Il primo muscolo mosso nel risveglio, è il colpo di vento che disperde i fumi del sogno.
Il calcolo sul futuro è un vento spietato, che spazza la sabbia dalla pietra essenziale. Ci fa mangiare perché bisogna, non per golosità.
La politica non s’acquieta sul probabile percorso, ma quell’architettura va cercando, in cui la sola pietra in suo possesso della volta sia la chiave.
Leggere di uccelli è uno stormo, che entra nella testa. Chi sbaglia paga.
La poesia è nell’intenzione. Andare a capo è una bandiera.
La parola va cercata perché sia giusta; non perché sia ricercata.
Il canto è rotonda una vocale, nello stomaco appoggiata, sulla quale i denti delle consonanti.
Dove sta l’inceppamento dell’intelligenza italiana? Nella forma o nel contenuto? Qualità dei germogli e quantità non sembrano il problema.
In un luogo ti porterò, dove ogni linea passa del tuo futuro.
Se non c’è desiderio, il Regno è vicino dei Cieli.
Voglio una mia bellezza, a costo di esser brutto!
L’arte buona, sa come si muore.
L’amore non è un contratto, ma una decisione che vien presa da un lato solamente.
Sono che ti guarda un girasole.
Gli equilibristi sul filo non possono sbagliare un passo. I perseguitati dall’amore, ogni giorno, ogni secondo, non possono sbagliare nemmeno un pensiero.
Voglio una mia bellezza, a costo di esser brutto!