Marco Alberici – Antichi aforismi
Il poco sapere allontana l’uomo dalla religione, ed una cognizione ben fondata ve lo riconduce.
Il poco sapere allontana l’uomo dalla religione, ed una cognizione ben fondata ve lo riconduce.
Ordinariamente gli uomini riescono tali per tutto il corso della vita, quali vengono da principio eventualmente educati.
Non è proprio che delle grandi passioni di fecondar l’animo e l’intelletto, e di spinger l’uomo col solletico della gloria alle imprese grandi ed eroiche.
Si oppone più a successo dell’educazione dell’anima debole che la malvagia.
Per quanto grandi sieno i vantaggi che dà la natura, essi soli non produrranno mai i grandi eroi.
Io provo molta superstizione, ma insieme molto politica, nell’apoteosi degli antichi accordavano ai loro eroi.
Quel militare eroismo, che tanto si celebra gli uomini, se stendesi più oltre che a difendere la propria patria, degenera in fanatismo il più fatale che possa essere pel genere umano.
Non può essere che una timida ignoranza, o una interessata adulazione, che qualifichi per eroe un conquistatore, il quale sacrifichi all’ambizion propria i più rispettabili diritti dell’umanità.
Sono un genio straordinario unito ad un eminente virtù concorrono a formare il vero eroe, bisogna confessare che ne sono molti pochi degni di questo nome.
Un vero inganno si è quello di credere che col crearsi de’ nuovi bisogni, oltre a quelli che la natura si ha dati, si possa rendersi più felici.
La troppa delicatezza estingue i piaceri per l’avidità di moltiplicarli, perché rendendo ella il corpo appena sensibile al diletto raro e squisito, lo lasci incapace di gustare il facile e il quotidiano.
Un istante di onesto godimento sulla bilancia del filosofo pesa più d’un secolo di umana ricordanza presso dè posteri.
Sogliono tutte le altre passioni calmarsi coll’acquisto del bene a cui aspirano, ma l’avarizia e l’ambizione si irritano sempre più a misura che cercasi di soddisfarle.
Un’opinione che si abbia adottata fin dall’infanzia, e che un’indolenza di molti anni ce l’abbia resa familiare, perlopiù è quella che ha nelle nostre deliberazioni la preferenza.
Siccome l’ignoranza è la comune sorgente dei nostri errori, così ella è il più formidabile nemico che si opponga alla nostra felicità.
Regolare l’avvenire su ciò che oggi pare che ci convenga è un’azzardare d’esser sempre infelici; mentre è un supporre che noi possiamo essere sempre gli stessi, quando è pur certo che ci cangiamo continuamente.
Pochi principi sono così saggi da preferire la sincerità, che loro dispiace, alla furberia, che li solletica.