Massimo Bisotti – Paura & Coraggio
Spesso le cose si uccidono per la paura di viverle.
Spesso le cose si uccidono per la paura di viverle.
Ogni volta il tempo passa ma ci soffermiamo sempre sugli stessi discorsi. Noi cambiamo e tutto resta uguale, persino il tempo, mentre scorre senza farci scorrere davvero.
Ma io ti voglio reale, ti voglio vivo, ti voglio respiro. Ti voglio germoglio del domani e non chimera dispersa fra i passi dei deserti dell’anima.
A volte ci si stanca di sognare e si ama il volo della farfalla un po’ di più. […] Così ho rubato dal sogno una farfalla avendo cura di non toccarla mai e l’ho portata qui, viva fra le tue mani. Perché la vita sta tutta intorno a un sogno che senza mai afferrare porti con te. Le farfalle ci volano intorno quando non le fissiamo attentamente. A volte ci si posano addosso proprio perché capiscono che non le prenderemo.
Noi bambini non abbiamo altra scelta che invecchiare così, grandi sognatori.
Da grande voglio fare il bambino, per conservare una parte che lasci sempre spazio all’entusiasmo, che non lo perda mai, per continuare a pungermi con le rose senza mai la paura di toccarle. Alla felicità ci si arriva navigando fra le nuvole ma senza sottovalutare la forza delle braccia, la forza del desiderio. Ci vuole applicazione.
La serenità, non s’invidia, si conquista con il coraggio di spogliarsi dalle abitudini nocive.
Se non si sente forte dentro questo coraggio è meglio rinunciare ad essere felici. Perché la felicità non ama a metà. È sostanza d’amore e l’amore non si arrende. Non si rassegna.
La felicità non è un’amante infedele che ci scivola nel letto la notte per scomparire e dileguarsi al mattino. La felicità è disegno instancabile, insieme di cerchi concentrici che si allontanano solo per sfuggire all’impatto e ritornare nel centro di un sogno più grande. Contiene il desiderio illimitato di non fermarsi all’arrivo di un sogno, ma di superarlo in volata e sorridendo sorprendersi, compiacersi, dirsi: “è di più”.
La felicità spacca le regole. Corre il rischio di perdere tutto e se si perde riparte da zero e ritrova la strada.
Io non ho più voglia di salvare nessuno che non voglia essere salvato. Ho voglia di amare chi ha la mia stessa voglia d’amore sulla pelle, chi sa riconoscerla. Forse questo è il punto di svolta che ci rende finalmente felici.
Puoi annegare il destino in un bicchiere e poi bere davvero la vita che vuoi, nuotare davvero nella vita che vuoi. E se non tutto andrà a posto potrai sempre dire di aver visto il mare.
Chissà, forse il destino ha i passi casuali di due fatalità che si stavano cercando.
Io credo che il confine fra caso e destino stia proprio qui: noi possiamo cambiare il nostro presente, non il nostro passato e di conseguenza stravolgere il nostro futuro da oggi non da ieri.Ci sarà per forza qualcosa che non sapremo accettare, però a volte forse davvero è meglio così.A volte perdere quello che si voleva salvare può essere la vera salvezza.
E tu non ripulire la mente se al mattino ti svegli da un sogno a metà. I sogni che tornano sono il tuo destino.
Non si può desiderare così profondamente una donna a caso ma soltanto e semplicemente una donna. La tua.Perché probabilmente è facile far esplodere di passione un uomo, che non vuole che te, e amare il suo corpo, essendo muschio e terra, fragranza indiscussa di attimi carnali, per coglierne infine il seme dell’estasi.Ma davvero improbabile strappargli il gemito primordiale, il vagito dell’anima, l’essenza. Tutto in una volta, la prima e poi tutto per sempre.
Ma ti accorgi che hai voglia di qualcuno che sappia come sei. Che riconosca il tuo arrivo dal fumo e profumo, misto, denso e nero, come la tua anima.