Michele Gentile – Cielo
Ti adoro notte, in dolce alcova di tormenti accarezzi questo mio silenzio senza promesse.
Ti adoro notte, in dolce alcova di tormenti accarezzi questo mio silenzio senza promesse.
Qui giace la notte, ferita dalle promesse dell’uomo uccisa dall’indifferenza di Dio.
Ho inteso i segreti del vento. Giunto alle porte del nuovo cammino oltrepasso l’inganno del sole.
Le lune dei giorni a venire hanno visi feroci, appese a cieli di nera sabbia stanno.
Prima che muoia l’inverno nella carezza che ridesta le terre il cielo frantumerà il calice delle memorie.
Quando il mare intona il dolce canto della malinconia il cielo veleggia mansueto verso il silenzio.
Il cielo sa sempre come farsi perdonare.
Anche le cose belle necessitano di bellezza.
Dicono che un bacio abbia bisogno del tramonto per diventare immortale.
Adoro aspettarti in riva a un bacio.
Provo a spiegarteli io, amico, questi nostri tempi: Dio ci ha generato e subito dopo abbandonato sul sagrato del peccato; per Satana è stato un gioco da ragazzi adottarci!
Giungerà persino il tempo della vita, un giardino di sorrisi e strade sconosciute dove perdersi, dove prendersi di sorpresa. Sarà la pioggia stessa a mostrarmi la via subito dopo il temporale.
Notte e giorno, un dì, si sposarono. Così nacque la pace!
La tua passione viaggia veloce come un treno: senza orari, senza stazioni e con troppi passeggeri.
Di tevenni a saperedalla feroce memoriadell’Amore,da labbra mercanti di desiderio.Di tevenni a sapereda molesti sogni.Da inconfessabili pagine di poesia.
A piccoli passi ci perderemo, senza parole, senza ritorni come la notte che muore sulle labbra del mattino.
Un cuore che ama vive di vespri e muore di aurore.