Paola Melone – Comportamento
Chi dispensa lusinghe ovunque e non si riserva di indirizzarle solo a chi le merita, ha qualcosa da nascondere.
Chi dispensa lusinghe ovunque e non si riserva di indirizzarle solo a chi le merita, ha qualcosa da nascondere.
Chi si svende, soprattutto per secondi fini, lo fa in base al prezzo del suo valore: niente.
La prima grande discriminazione nella storia dell’umanità è stata quella di coniare il termine maschile e femminile: non esistono generi, esistono solo individui.
Chi non sa ridere dei propri difetti, non sa gioire dei propri pregi.
Chi tende a generalizzare, attinge le parole da un’unica fonte: l’ignoranza.
Ecco cos’è per alcuni la coscienza: un tappeto posto all’ingresso e all’uscita delle circostanze, sul quale strofinareun’integrità morale imbrattata di osceno lerciume.
Non dare mai niente per scontato: persino la merce in saldo, spesso, non lo è, figuriamoci le persone.
Ci vuole coraggio a restare e il coraggio è fatto di volti, di occhi pronti a carpire, a implorare, a rubare, di labbra pronte a imprecare, a parlare, a tacere. La vigliaccheria, no. Non ha volto, non ha sguardo né parola, non ha rughe né espressione: è un limbo appoggiato sulle spalle di chi va via.
La gente è il riparo di chi non prende posizione. Le persone no. Le persone mostrano con coraggio le proprie idee, si inerpicano su terreni impraticabili, calpestati da pochi, lasciando alle spalle una folla, accomodata su un monotono pensiero comune.
Urla, se vuoi entrare nella mente della gente; ma se vuoi rimanere in quella delle persone, sussurra.
La parola a tutti i costi è presunzione. Se non si ha niente da dire o, peggio ancora, si parla per destare stupore negli altri oppure autocompiacimento, si finisce per pensare ciò che si dice e non dire ciò che si pensa. La parola umile è quella che nasce dal cuore e non fa caso al clamore che provoca; e non è quella che nasce da un animo narcisista allo specchio.
Se non mi trovi dentro di te, non riuscirai a trovarmi da nessuna parte.
Troppo spesso ci si adagia alla vita, come ornamenti su mobili impolverati, dimenticando la cosa fondamentale:non siamo suppellettili, siamo la stanza.
Ho appoggiato il mio amore sulla bocca, gli ho detto di tacere, per un attimo, un solo istante di pura afonia; e poi gli ho detto di esprimersi in silenzio, di andare oltre i linguaggi sconosciuti, di superare mille e mille idiomi e l’ho adagiato, semplicemente, sulle tue labbra.
Felice è chi non perde lo sguardo verso orizzonti infiniti e sconosciuti, ma chi riesce a vedere la luce nella propria ombra.
Uccide più intelletti la mediocrità che la follia.
Genialità e follia sono sinonimi, separati da un sottile foglio di carta velina, impastato di consapevolezza.