Paul Mehis

Paul Mehis – Libri

Non credo esista una sostanziale differenza tra chi scrive e chi legge, la differenza è più espressa più dagli argomenti che si scelgono di scrivere o leggere.Per molti anni, non ho mai compreso che cazzo ci si trovasse nel leggere banali idiozie sull’amore. Io ho sempre letto, per svago, principalmente romanzi dell’orrore, qualche saggio sul cannibalismo o sul vampirismo, fumetti della Bonelli, poesie di Baudelaire che mi affascinavano, ma alle quali non sapevo dare un vero senso e pallosissimi manuali d’istruzioni o riassunti di corsi, per motivi lavorativi.Ebbene, credo di aver tristemente compreso che, in molti casi, le persone scrivano o leggano in base a ciò che gli manca nella vita, per questo va così tanto l’amore…… Spero di buttare presto la biro nel cesso e di ricominciare a rileggere qualche romanzo di Barker.

Paul Mehis – Frasi sulla Natura

E fu così che dopo ore interminabili di viaggio vi arrivai…Uno spettacolo incredibile…Nulla aveva un inizio ed una fine, o meglio, l’inizio coincideva con la fine…Li era chiaro che il mondo fosse tondo…Il mio sguardo si perdeva nel suo immenso ed i miei pensieri evaporavano nella devastante luminosità del sole…Il tempo era svanito. Ero al confine della terra… Ero nel deserto!

Paul Mehis – Frasi sulla Natura

Ero solo… la sua voce era imponente nel silenzio della spiaggia deserta, nel buio non coglievo lo stacco tra lui ed il cielo nel quale non risplendeva la luna, ma delle stelle di dimensioni incredibili…Nell’oscurità, la parte delle onde frontale mi appariva simile ad infinite strisce di schiuma color avorio che si rincorrevano e mi rincorrevano, come lunghissimi e sinuosi serpenti albini.Avevo l’impressione che dalla sua enormità potesse emergere un essere immenso da un momento all’altro, qualcosa di indefinibile ed amorfo come una creatura descritta nel Necronomicon da Lovecraft.Camminai sulla spiaggia per parecchi minuti, impossibilitato a distoglievi lo sguardo.Avanzavo faticosamente con un passo grottesco per i tacchi degli stivali che sprofondavano nella sabbia fine come zucchero…Il vento freddo mi scavava il viso e trasportava un odore penetrante e, per me, sconosciuto quanto attraente.