Silvana Stremiz – Filosofia
Ci sono dei “perché” senza “perché”.
Ci sono dei “perché” senza “perché”.
Ci sono silenzi che attendono l’arrivo di una spiegazione, per poter spegnere il tormento di quei perché senza senso.
Non c’e peccato più grande della presunzione “di aver in tasca la verità assoluta” senza saper ascoltare “le altre verità possibili”.
Il “mai” e il “per sempre” sono tempi infiniti che non possono appartenere all’uomo.
La contraddizione non è che un continuo interrogarsi.
È un peccato mortale vivere senza dei perché.
Chissà quanto la vita ci appartiene realmente. Andarsene senza porsi domande è vivere senza capire il senso: una vita senza senso è un viaggio nel nulla. Vorrei andarmene piena di perché, perché sono i perché a dare un senso a tutto, che essi siano domande o risposte in fondo poco importa.
Basta poco a far piangere un bambino, ma ancora meno per farlo sorridere.
I figli sono pieni di sogni nei cassetti, le mamme spesso sono la loro bacchetta magica.
Una madre per un figlio commette perfino delle follie, delle assurdità. In nome di questo amore indescrivibile.
Anche le madri più credenti, sono disposte a rinunciare all’eternità pur di stringere a se il loro figlio anche solo un attimo in più.
I respiri delle mamme sono in realtà, dei continui sospiri. Sospiri di sollievo, di sorpresa di dolore o felicità per questi nostri figli.
Un figlio è la dolce ossessione di ogni mamma.
Le mamme amano troppo, e vengono amate la metà.
I figli sono nostri, ma non ci appartengono. Appartengono alla vita.
Le donne ricevono un dono incredibile, quello di poter sentire crescere dentrò di sè un’altra vita. Ed è in assoluto l’emozione più grande che si possa mai provare.
I figli da piccoli ci adorano, crescendo lo fanno per i nostri sì e ci amano per le cose che siamo in grado di dargli. Ci odiano per quei no.Da adulti arriveranno ad amarci anche per quei no.