Silvana Stremiz – Tristezza
Possiamo decidere di guardare il dolore farci a pezzi o tentare di fare a pezzi il dolore.
Possiamo decidere di guardare il dolore farci a pezzi o tentare di fare a pezzi il dolore.
Ogni mattina cerco il volto dei miei vent’anni ma nello specchio, irrimediabilmente, mi appare sempre uno sconosciuto.
Tutto passa, ma il dolore resta.
Io parlo sempre di “forza” nei miei post, e magari posso apparire una donna con le spalle forti. Beh, non la sono. Non sono forte, sono fragile, sono come un bimbo appena nato, e non posso fare diversamente. Mi spiace.
Ho masticato la sofferenza così a lungo che sono arrivato ad un punto da non poterne più fare a meno.
La sensazione più triste è sentirsi un’ombra, essere guardata con la coda dell’occhio, come qualcosa, che passa, ma non attraversa.
Ho ucciso parti di me stesso cosi tante volte per dimenticare qualcosa che mi faceva più male.
Come si fa a calcolare il peso di un dolore? Si contano la quantità delle lacrime, oppure i frammenti d’anima persi qua e là? Come si fa a calcolarne l’intensità quando ogni dolore ha una storia diversa da raccontare, una storia che fa male?
Un cuore in tempesta ha bisogno di tempo per trovare pace.
Non c’è prigione tanto stretta, di un cuore che non può più amare.
Le crepe in un cuore fanno male “troppissimo”
E ci sono io nei momenti più tristi, ci sono io quando ho bisogno di un sostegno morale, e ci sono io quando sto male. Ci sono io a tirarmi su il morale, ci sono io quando ho bisogno di piangere e sfogare. Ci sono io quando mi sento sola. Ci sono io. Sempre e solo io a farmi forza e non mollare.
C’è sempre un giorno, un normalissimo giorno in cui ti accorgi di non avere più neanche un sorriso da regalare uno sguardo da incrociare una parola da sussurrare. È il giorno del dolore.
Ci sono le cose che ti fanno stare bene e quelle che ti fanno stare male, e poi le cose che ti fanno sentire bene e le stesse a farti soffrire da morire.
Nelle pieghe di una vita ci sono emozioni messe a tacere, ferite mal rimarginate, chiari segni di una lotta contro il tempo, contro il male, la cattiveria e la delusione. Nell’angolo più nascosto di una vita ci sono fuochi mai spenti, sogni mai realizzati, amori non vissuti e qualche rimpianto. La mia è piena di pieghe e di angoli, ma sono fiera di lei proprio per questo, perché vuol semplicemente dire che l’ho vissuta.
Il tempo non cancella, il tempo allevia solo il dolore, ma non cancella mai il ricordo!
Ogni ferita è stata prima un attimo di pura felicità.