Anna Maria D’Alò – Abitudine
Se l’abitudine diventa rassegnazione, metterà le sue radici.
Se l’abitudine diventa rassegnazione, metterà le sue radici.
Piantatela di pensare che le persone siano solo quello che voi credete, anche se vi fa troppo comodo.
Siamo così intenti a guardare le apparenze, che non riusciamo più a vedere il cuore delle persone.
Le abitudini temperate e oneste recano anche questo vantaggio, che, quanto più sono inveterate e radicate in un uomo, tanto più facilmente, appena appena se n’allontani, se ne risente subito; dimodoché se ne ricorda poi per un pezzo; e anche uno sproposito gli serve di scola.
Anche se può sembrar brutto e sfatto ad altri, non vi è miglior riposo se non fatto nel proprio letto.
Si cessa di essere colpevoli solo quando si diventa vittima di un’ingiustizia più grande.
Alzarsi e guardare la luce del giorno, comprendere la necessità di essere creativi, di fare cose che non hai fatto ieri, se vuoi che la tua vita abbia un senso!
L’abitudine uccide i sogni di chi non vorrebbe smettere mai di sognare.
Non sempre il dolore passa con il trascorrere del tempo, a volte semplicemente, ci si abitua a conviverci.
Vedere tante cose e bramarne il possesso, molto spesso è un surrogato di capricci, che questa crisi ci sta insegnando a non fare.
Quante volte vedi una cosa che ti piace e ne brami il possesso? E poi una volta ottenuta ti accorgi che non era necessaria?
Spesso è con la massima superficialità che vengono inflitte le ferite più profonde.
Non si regala facilmente ciò che si è pagato col sangue.
Come fai ad avere una, due, tre facce e a riconoscerti allo specchio in una che non vedi quasi mai, che non parla alla gente, che si desta quando il mondo dorme, che incravatti in ogni dove?
La ragione spesso ad essere spiegata si perde.
Mostro sempre la parte migliore di me, l’altra la tengo di scorta.
Nessuno potrà mai entrare nella tua testa per vedere come si forma un pensiero; e ammesso che qualcuno riesca a farlo, fai sempre in tempo a cambiarlo.