Pietro Ellero – Antichi aforismi
E chiunque cade nel malanno, non rimproveri altri che sé medesimo.
E chiunque cade nel malanno, non rimproveri altri che sé medesimo.
Del resto non importa tanto essere onesti, quanto onorati.
L’uomo ha molto a sapere, e poco a vivere.
La felicità è come quell’oste che aveva scritto sulla sua bottega: domani si farà credenza.
Così la violenza, come la debilità dello spirito, hanno spesso un effetto medesimo: la sterilità.
Chi, essendo in guerra col mondo, e in pace con se medesimo, può essere felice; ma non può non essere infelicissimo chi, essendo in guerra con se medesimo, se in pace col mondo.
Il piacere non tanto nasce dalla natura delle cose, quanto dal bisogno che abbiamo delle medesime.
Onde interrogare qualche volta la coscienza, raccogliersi nello spirito o contemplar la natura, è senz’altro voglia di far niente.
La brama è la prima venire e la speranza è l’ultima a partire.
L’uomo più sciocco di questo mondo e gli è il simulator discoperto.
La finzione più pericolosa all’avversario è il finger l’altro d’essere ingannato da lui.
Non li siam nutriti con l’umido, viviamo col caldo, e moriamo col freddo.
La invenzione propria degl’ingegnosi; la elezion dei prudenti; l’esecuzione dei forti.
Poi sarà la donna, relativamente a certe conversazioni, a certi teatri, o a certe case, si può dire in breve, applicando ciò che ciascuna di loro: partinne Penelope, e ritornonne Elena.
Quando si cessa d’amare una persona si soffre meno del suo odio e del suo amore.
Quale è la più onesta avarizia che si possa ritrovare?Ella è quella del tempo, quando utilmente si consumano le ore.
I primi moti e improvvisi sono le spie della mente.