Ada Roggio – Destino
Nascere, crescere, combattere, vivere e sopravvivere… per non morire.
Nascere, crescere, combattere, vivere e sopravvivere… per non morire.
Ali spezzate, gettate via, volano al vento portandosi via i sogni.
Ci sarà un Giorno del Giudizio?Non c’è bisogno di giudicare i vivi o i morti, basta solo considerare gli esseri felici e quelli tristi, con lacrime di pietà.
In questa epoca in cui ognuno cerca eroi per riemergere da tragitti stagnanti, cercando e desiderando, si può incorrere in un errore. Le maschere che ogni giorno vengono costruite per me, sulla base di quello che non è, non mi rappresentano. Io non sono quello che cercate, non lo sono mai stata, e non posso darvi quello che sperate. Sono l’illusione di un Padre scellerato, che nello sconforto per il figlio che ha mandato, cerca di assegnare un ruolo alla persona sbagliata, dandole forse la colpa per cui il re Davide è sempre stato cantore ipocrita, maschera di rovina e tirannide, offrendo costumi e specchi assurdi, immagini a trabocchetto, codici irragionevoli, mentre la maschera, il messia, l’Altro, che il mondo ingenuamente aspetta, solo per finire nell’ombra di ali nere e ragnatele, come cibo per la razza eletta, ha preferito la strada del dominio nascosto, ingannevole, scettico riguardo al destino intravisto, e io non posso essere quello che egli ha rifiutato. Mentre so che il destino, giusto o sbagliato che sia, è la ruota che porta con sé il tempo del mondo, e di fronte ad essa si possono accumulare montagne di cadaveri, ma non si fermerà, troverà sempre un’altra via, per la direzione inevitabile. Il destino non si può imbrogliare.
Destino?Si, l’ho incontrato una volta.
Il destino è la scusa che inventiamo per giustificare le nostre scelte.
Se tutto andasse bene per come va male, andrebbe benissimo!
Il destino mio ho sbagliato ioma al tuo prendi esempio da meche non capiti quel che è successo a me.
Ciò che la vita ci riserba è un mistero. E il mistero è ciò che noi chiamiamo destino.
Seppellitemi in aperta campagna nella nuda terra, affinché il mio corpo sia assimilato dalle piante… un giorno da quella campagna passerà una fanciulla e coglierà un fiore, sarà come rinascere una seconda volta.
Quand’è che si muore? Quando non si respira più? Quando non si ama più? Quando non si desidera più? O quando nessuno ti cerca più?
Sono le nostre scelte che caratterizzano il nostro destino!
Non potrò mai essere quello che non sono. Per fortuna.
Il destino è un amico ingrato: più si crede in lui e più ti volterà le spalle.
Amore, vita, significato… la fine di tutto.
Tutto è possibile, anche che qualcosa sia impossibile.
Ho invitato la Dea Nera e anche stavolta ha lasciato la sua falce, lì per terra, caduta dalla mia mano incredula.