Mirko Badiale – Figli e bambini
I bambini sono angeli su cui deve ancora crescere una coda biforcuta.
I bambini sono angeli su cui deve ancora crescere una coda biforcuta.
La condanna di chi non vive un’infanzia è riviverla per sempre.
La corruzione diventa ignoranza difronte al futuro dei nostri figli.
Mie dolci e amatissime bimbe, non curatevi dei miei rari aspri rimproveri, immagini di fragilità e latenti inquietudini. Cogliete la modestia degli insegnamenti e dello sprone che vi invitano alla vita, come fiori di un rigoglioso giardino che il tempo vi accompagnerà ad esplorare. Non sono i più odorosi né i più colorati, ma non ne troverete di altri uguali. Custoditeli nella teca dei vostri ricordi.
Anche se sono all’antica mi devo rendere conto che i tempi cambiano, per questo ai miei figli ho deciso di lasciare sempre l’ultima parola.
Basta niente, in questo periodo, per farmelo tornare in mente. Non fa che insinuarsi tra i miei pensieri, anche la notte, schiacciato come un fiore appassito fra le immagini di Hanna ed Emmeline e Riverton: il mio nipotino. Fuori del tempo e fuori posto. In certi momenti è il bimbo di tanti anni fa, con la pelle tenera e gli occhi sgranati, subito dopo l’uomo che è oggi, svuotato dall’amore perduto. Vorrei rivedere il suo volto. Toccarlo. Il suo bel volto, cesellato, come ogni altro volto, dall’abile mano della storia. Decorato dal colore dei suoi avi, da un passato che conosce appena. Un giorno tornerà, su questo non ho dubbi, perché la casa è una calamita capace di risucchiare anche il più sbandato dei figli, ma non so se sarà domani o fra anni.
Il bambino è il seme divino, che cullato dal tuo amorevole bene, diventerà la tua sacra realtà.
Sarebbe non solo bello, ma anche molto utile e positivo se genitori e figli o docenti e allievi si scambiassero i ruoli gli uni con gli altri per almeno una volta nella vita.
Sei la meraviglia che l’infinito incanta, portando l’immensità ai tuoi piedi.
Lo sguardo di un bambino povero e infelice fa vivere il mio cuore nella miseria.
Il primo specchio dove il bimbo si riconosce sono gli occhi di sua madre. Il primo esempio che il bimbo vuol imitare è quello del padre. Sii occhi sinceri per lui e esempio di amore vero.
Il suono più bello di una mamma, è il grido del suo bambino appena nato.
Non ho più il ventre di una madre, è bene che mi ci abitui, sarò un’amante tutta la vita. Una creatura adatta a un sesso senza conseguenze.
Il diritto a camminare sulla terra nuda, senza distinzioni di proprietà, è del bambino appena nato.
I tuoi grandi occhi birichini sono grandi come l’oceano e vorrei tuffarmi in essi per nuotare in te e sentire il tuo piccolo cuore che galoppa come un cavallo senza briglie!
Non mi raccontare le favole, non sono più una bambina!
Lo sguardo di un bambino traspare la purezza dell’anima.