Grazia Longo – Morte
Non è la morte finale la tragedia della vita, ma tutte quelle morti che sono dentro la vita.
Non è la morte finale la tragedia della vita, ma tutte quelle morti che sono dentro la vita.
La morte: è una semplificazione relativa, un mezzo necessario a tratti. La vita di oggi è avanzata ma anche complicata, e si sente, necessaria una semplificazione. Se ogni situazione particolare è irripetibile, e dopo un cambiamento lo stato originario non è semplicemente annichilito, allora la tendenza spontanea della vita è l’evoluzione. Quando viene distrutto qualcosa, in genere si presuppone un migliore utilizzo dello spazio liberato, per questo lo stato originario risulta poi migliorato.
Non credo che questo mondo finirà tanto presto. Come si dice in questi casi? L’erba cattiva non muore mai.
Nell’aldilà si vive meglio di qua, esiste solo onestà e sincerità, nessuna falsità. Angeli che ti circondano di gioia e ti regalano tanta allegria. Aprimi le porte mio Signore, sarò il tuo servo e mi inchinerò alla tua gloria.
Avere l’occasione di avere l’immortalità, non mi farei mai una cosa del genere. Avere qualcosa da fare non vuol dire averne per l’immensità dell’eterno tempo. Vedere tutte le persone a me care morire tristemente, credo che vedrei così tante morti da fare gelare il mio cuore. Per chiedere l’eterna giovinezza dovrei volermi veramente condannarmi. Nulla è per sempre.
C’è solo una differenza tra un uomo e un cubetto di ghiaccio, l’uomo avrà il terrore di sciogliersi, al cubetto invece è stato dato il privilegio di non provare nulla.
Ho avuto molto da fare per uscire dalla morte e tornare a vivere con voi!