Giovanni Papini – Libri
Se gli scrittori non leggessero e i lettori non scrivessero, le cose nella letteratura andrebbero straordinariamente meglio.
Se gli scrittori non leggessero e i lettori non scrivessero, le cose nella letteratura andrebbero straordinariamente meglio.
C’è chi stima i libri dal loro peso, quasi che si scrivesse per fare esercizio di braccia più che d’ingegno.
Stupido, forse, ma certe volte le cose funzionano solo perché sei tu a pensare che funzionino. È una definizione di fede che ne vale tante altre.(da “Mucchio d’ossa”)
Come gli scrittori diventano più numerosi, è naturale per i lettori diventare più indolenti.
Avevo l’abitudine di dire agli intervistatori che scrivevo tutti i giorni eccetto Natale, il Quattro Luglio, e il giorno del mio compleanno. La verità è che quando scrivo, scrivo tutti i giorni, fanatico o no. Ciò significa anche il giorno di Natale, il Quattro Luglio e il giorno del mio compleanno.
Il mondo è un bellissimo libro, che tutti potrebbero leggere anche a piccole dosi.
Lo scrivere è un ozio affaccendato.
Alcuni scrittori per scrivere hanno bisogno della vena. Altri dell’avena.
I lettori sono i miei vampiri.
La lettera anonima ha questo di bello: si fa rileggere.
Quando non si sa scrivere, un romanzo riesce più facile di un aforisma.
Certi libri sembrano scritti non perché leggendoli si impari, ma perché si sappia che l’autore sapeva qualcosa.
Non prendere a prestito e non prestare perché un prestito spesso perde se stesso e l’amico.(Polonio da “Amleto”)
I libri sono l’umanità stampata.
Un buon libro è il migliore degli amici, oggi come per sempre.
La chiarezza di certi libri è spesso inganno e insufficienza, ed è esposta anche a molti abusi.
Una lettera, nel momento in cui la infili nella busta, cambia completamente. Finisce di essere mia, diventa tua. Quello che volevo dire io è sparito. Resta solo quello che capisci tu.