Ludovico Ariosto – Libri
Or che s’aspetta? Soccorrer qui, non lacrimare accade.
Or che s’aspetta? Soccorrer qui, non lacrimare accade.
La bellezza è un mondo tradito. La possiamo incontrare solo quando i persecutori l’hanno dimenticata per errore da qualche parte.
In molti romanzi, la trovata letteraria più geniale, è l’avvertimento che i personaggi sono puramente immaginari.
Nell’istante in cui qualcuno assiste alle nostre azioni, volenti o nolenti ci adattiamo agli occhi che ci osservano, e nulla di ciò che facciamo ha più verità.
La gente di solito si rifugia nel futuro per sfuggire alle proprie sofferenze. Traccia una linea immaginaria sulla traiettoria del tempo, al di là della quale le sue sofferenze di oggi cessano di esistere.
Parte della letteratura umoristica tenta di essere rivoluzionaria, tenta di uccidere l’assurdità e di creare il buon senso. Può anche essere che il risultato pratico sia opposto.
Chissà perché l’autorità non vede di buon occhio i libri contro la stupidità.
Carlo M. Cipolla ha scritto, per gli sciocchi, un libro sulla stupidità; i lettori intelligenti invece possono studiare la stupidità leggendo gli altri suoi libri.
La letteratura è simile ad una droga, però se si sceglie bene è buona e costa poco, in più non fa male, anzi…
Talvolta si scrivono prima i saggi o le favole e poi se ne traggono morali aforistiche, altre volte invece, prima si scrivono morali aforistiche e solo dopo si scrivono i saggi o le favole.
Alcuni personaggi dopo aver sfogliato questo libretto lo troveranno spregevole, sappiano comunque che io li trovavo spregevoli ancor prima che lo facessero.
Le potevo vedere, nella luce del lampione che formava una chiazza di luce sul marciapiede di cemento proprio lì dove le due donne stavano in piedi, e le potevo sentire anche, nascosto dentro l’androne della vecchia casa che una volta doveva essere stata una casa signorile ed ora, divisa in appartamenti, sembrava divorata dalle locuste: vedevo e sentivo, senza esser visto, era una gran sensazione, quasi che in me scorresse un potere magico che mi faceva trasparente, invisibile eppur presente, ma chi ero io, d’altro canto? Nessuno, non ero niente e il niente che ero si rallegrava di questo nulla: bisogna esser qualcuno per esser consapevoli di non esser nessuno, infine. (da “Le farfalle”)
Alcuni scrittori creano la retorica della stupidità, altri la individuano e la combattono. I primi sono di gran lunga più numerosi.
Molti libri sono pensati per gli studenti e letti magari anche dagli insegnanti; questo è stato pensato in primo luogo per gli insegnanti con la speranza che si considerino sempre degli studenti.
I critici sono talmente presuntuosi e vanesi che vogliono “saperne di più dell’autore stesso.”
Qualcheduno potrebbe pensare che questo libretto non ha un valore scientifico o un rigore matematico, ma forse gli sono sfuggiti i numerosi numeri.
La maggior parte degli scrittori lavora solo per guadagnare due lire, ecco perché la qualità delle loro opere è così scadente.