Dacia Maraini – Matrimonio
Lei: “Perché la sposi?”Lui: “Così. Non lo so nemmeno io”Lei: “Quando ti sposi?”Lui: “In aprile. Dovremo lasciarci sai?Lei: “Me l’hai già detto”Lui: “Ma se poi avessi ancora voglia di te?”Lei: “Non so che farci”
Lei: “Perché la sposi?”Lui: “Così. Non lo so nemmeno io”Lei: “Quando ti sposi?”Lui: “In aprile. Dovremo lasciarci sai?Lei: “Me l’hai già detto”Lui: “Ma se poi avessi ancora voglia di te?”Lei: “Non so che farci”
Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai.
Nessun uomo è felice, da sposato, se deve bere del gin peggiore di quello che era solito bere da scapolo.
Le donne piangono il giorno del matrimonio. Gli uomini dopo.
La solidità del matrimonio poggia sull’elasticità delle parti.
Il periodo critico del matrimonio è l’ora di colazione.
Io penso che gli uomini con l’orecchino siano più adatti al matrimonio per due motivi: hanno già sperimentato il dolore, ed hanno già fatto acquisti in gioielleria.
Amò che famo st’anno?Che fai tu; perché io sola sto da Dio!
Ci sono adulteri che giovano alla coppia più di qualunque fedeltà.
Ci sono ancora ragazze che arrivano vergini al matrimonio. Magari non è il loro. Ma ci arrivano.
I miei due matrimoni sono stati due tragedie la prima se ne è andata dopo un anno, la seconda è restata.
Un buon matrimonio è tale se sa superare le difficoltà.
La base logica del matrimonio è il malinteso reciproco.
La parola più ragionevole che sia stata detta sul celibato e sul matrimonio è questa: qualunque cosa farai, te ne pentirai.
Il matrimonio è una catena così pesante che a portarla bisogna essere almeno in tre.
Il matrimonio è un romanzo in cui l’eroe muore nel primo capitolo.
Il matrimonio è un innesto: o attecchisce o no.