Leonardo Cantoro – Morte
Nella vita esiste qualcosa di molto più brutto della morte fisica. La morte dell’anima.
Nella vita esiste qualcosa di molto più brutto della morte fisica. La morte dell’anima.
Sento la morte ma non ho voglia di salutare nessuno.
O morte, com’è amaro il tuo pensiero per l’anziano che guarda al tuo volto in ogni suo momento, ben consapevole che tu sei unica certezza, di una vita vissuta attraverso tanti falsi momenti.
Tutto sommato la morte non è poi una brutta cosa, sapere che dovremo morire dovrebbe essere un vantaggio per vivere al meglio ogni giorno.
Il canto delle civette ed il grido degli allocchi, sono presagi di funesti rintocchi.
Si può vincer la morte, basta sapere di aver vissuto appieno tutta la propria vita, aver colto ogni attimo e salvato nella memoria, aver dato il proprio affetto a chi lo meritava, aver vissuto con la gioia di vivere, se una persona è sicura di questo, può morire serena.
Ogni giorno inutile che regalo a me lo tolgo a chi dalla mia fine deve ricominciare.
La morte non guarda in faccia e rende a tutti pan per focaccia, ma troppo tardi.
Prima quando moriva una persona stimata si scriveva “è morto un buono”, adesso invece aggiungono al “buono” “a nulla”, i buoni non servono, se non a far vivere meglio i furbi.
La morte è orribile per chi resta e non per chi se ne va!
Fiutavo la morte nell’aria, e adesso che la fiutavo non ero poi così sicuro che avesse un buon profumo.
Non morire per me, non mi faresti di certo un favore.
Per togliere la pena di vita a molti bisognerebbe dare la pena di morte a qualcuno.
la vita è come un filo, la morte è come una forbice.
Non c’è alcun bisogno di progettare la Vita, è già tutto disegnato!
I più bei versi, le più belle scene a teatro riguardano sempre la morte, perché il più grande messaggio dell’artista è farci comprendere la bellezza della disfatta.
Nella vita c’è sempre una prima volta, come nella morte.