Francesco Iannì – Morte
Si può morire per dolore, ma mai per amore.
Si può morire per dolore, ma mai per amore.
Che cos’è la morte se non il proseguimento della vita? Dopo che la nostra vita avrà danzato con la morte, lasceremo quell’abbraccio e le nostre ali si spiegheranno verso il cielo, per farci trovare poi di fronte al giudizio divino. Su questa terra rimarranno tracce di noi e dei nostri pensieri, ma non dei nostri corpi, poiché saranno solo le nostre anime ad avere l’immortalità nei tempi.
Nella nascita e nella morte si parte per arrivare e si arriva per partire.
Anche se siete morti, vivete ancora dentro me.
Prima o poi, a tutti tocca andarcene, ma farlo volontariamente è forse un peccato troppo grande contro noi stessi.
Quando ci mettiamo in viaggio non ci accomodiamo solo su auto, ma anche su bare super accessoriate comfort del tutto inutili quando l’imprevisto varia il tuo destino.
Quando arriva la morte non trova nessuno ad aspettarla.
L’esperienza di morte riaccende la vita.
Tutto ciò che scorre è vita, l’immobile è morte.
Lotti una vita intera per morire.
Poi vivere per il tempo di sentire, dietro i miei occhi chiusi, chiudersi altri occhi. Che fine.
La morte è un dato di fatto, non un mistero; mistero è la vita di cui non conosciamo lo svolgimento, ma solo il finale!
Un giorno saremo tutti noi il ricordo di qualcuno.
La morte non spegnerà i miei pensieri.
La vita è un fiume di tristezza che sfocia nella morte.
La vita è un lungo conto da pagare con la morte. La morte è un invito gratuito alla mensa dell’ignoto.
Non ricoprite la mia tomba di fiori il 2 di novembre.Ricopritemi di affettuose attenzioni,fino al mio ultimo giorno di vita.