Giampiero Piovesan – Solidarietà
Amo pensare perché mi fa credere di non essere stupido.
Amo pensare perché mi fa credere di non essere stupido.
Penso alla speranza, che non ho mai perso, di vedere umanità nelle persone.
Io sono la luce che si spegne nel buio ma si riaccende nell’avvicinarsi di un’altra.
Come faccio a non amare, se sulla terra continuano a sbocciare fiori.
Chiedimi scusa! Tanto non basta, tanto non torno!
I veri disabili non sono quelli che appaiono diversi, quelli che dalla loro sventura ne hanno ricavato l’arte del vivere soffrendo e un cuore sensibile, sono tutti quelli che “guardano e trattano” le persone con curiosità, hanno la mente di una macchina e il cuore malato, incapace di sincronizzarsi con quello di chiunque altro.
I grandi uomini si misurano da ciò che danno e non da ciò che ricevono.
Per taluni il purgatorio è la terra stessa, mi chiedo quali colpe debbano espiare!
Sono a favore dell’individuo, perciò contro l’omonimia.
Non si può ricordare qualcosa che non è mai esistito.
Viva la mia stupidità, se serve a far sentire qualcun altro intelligente.
La natura con i suoi infiniti colori ci insegna che non c’è un colore migliore di un altro, ma che servono tutti per creare qualcosa di realmente bello; così tra le persone non c’è un colore migliore di un altro, ci servono tutti per creare un Mondo Migliore.
Non chiedere miracoli per te stesso senza prima aver pensato a chi soffre veramente e non chiede miracoli ma solo un po’ di serenità.
In questo periodo di festa siamo tutti impegnati a festeggiare mangiare farci gli Auguri stendendo un velo se così si può dire egoistico, con gli occhi coperti da indifferenza. Tuttavia ci dimentichiamo che alcune persone in questo stesso istante si sentono più sole di Quanto la solitudine i se Stessa Possa infondere Sugli Animi.
Poche cose ci appagano come l’operare con amore, verso i bisogni di una o più persone, ricavando inaspettatamente, più nel dare che nel ricevere.
Ci sono momenti in cui si ha solo bisogno di avere qualcuno che ci rassicuri, che ci abbracci forte e ci dica solo: “ehi, ci sono io”!
Dona quanto di meglio è nella tua mente.