Andrea De Candia – Stati d’Animo
Quando mi sento fortemente ispirato è come se Dio mi stesse mandando dall’alto una pioggia di coriandoli.
Quando mi sento fortemente ispirato è come se Dio mi stesse mandando dall’alto una pioggia di coriandoli.
La mia vita è come sbucciare una cipolla: le tolgo ogni strato, mi spoglio di ogni illusione, poi continuo a tagliarla, sperando che man mano che si assottiglia, troverò uno scrigno, il cuore delle cose: l’autenticità. Ed ho tanta paura che mi scompaia dalle dita, così, all’improvviso.
La felicità è così confusa, eppure l’infelicità è così chiara.
Le persone che sembrano le più forti sono dentro le più deboli.
Il chiarore della luna, il pallore di un insonne: la notte lascia che il bianco si esprima per cerchiare di nero ogni cosa che incontra.
Nel torrente della mia fragilità trovo la forza.
Sì, è vero. Fatico enormemente a perdonare, ma è raro che voglia vendicarmi.
Folle sei tu, che per cercare di salvarmi, stai firmando la mia rovina, la tua condanna.
Quando i nostri occhi straripano, le palpebre diventano argini troppo deboli per provare a trattenere le lacrime.
Osservo, cerco, qualcosa riesco anche a capire. Ma è sempre molto di più ciò che mi sfugge.
Non rinnego, semplicemente non mi identifico.
Ci sono intervalli che non mi danno alcun riposo.
Essere forti significa non voler cedere neanche di un centimetro, nonostante si faccia sempre più sentire la stanchezza per l’aver lottato troppo.
Quello che tu chiami declino può essere: libertà, rilascio, riposo, distensione, umanità o addirittura rinascita.
Tutti vorrebbero avere dei superpoteri, ma nessuno pensa al fatto che ad averli si soffre di più.
Quando sono nudo l’aria mi è parentesi.
Nella caduta di un “divino”, c’è sempre qualcosa di sublime.