Angelica Thompson – Tristezza
Inganni te stesso convincendoti di riuscire a sopportare.Ma è inutile mentire quando basta guardarti in faccia per capire.
Inganni te stesso convincendoti di riuscire a sopportare.Ma è inutile mentire quando basta guardarti in faccia per capire.
Assordante è il rumore dell’Indifferenza.
Provate mai a guardarmi negli occhi prima di chiedere “Come stai”?
Queste lacrime sembrano voler lavare lo sporco, Lo sporco che tu mi hai gettato addosso.
Non ti auguro di passare quello che sto passando io, Semplicemente per il fatto che non cancellerebbe il male che mi hai fatto.
E Mi ritrovo ancora qui, Con la voce rauca a raccontare di te.
Se ce la fai senza di me, dovrò imparare a fare come te.
E Ti direi anche ti aspetto, Anche se non si aspetta chi non può tornare.
Tanto tutto senza Te vicino è Niente.
Che stupido che sei Cuore mio, Batti per chi ti fa sanguinare incessantemente.
Chissà se riuscirò mai a perdonare me stessa, per il male che mi sono inflitta amandoti.
Si sentiva invisibile, inadatta, incompresa.È il destino di tutti quelli che Sentono troppo.Il destino di tutti quelli che Amano troppo.La via obbligata del troppo pensare è veder svanire, sotto un velo di incomprensibilità, questo illogico mondoe restare irrimediabilmente soli…
Quando una persona se ne va dovrebbe portare via con sé tutto quanto, anche i ricordi. Soprattutto i ricordi.
Ecco come mi sento: Una mela. Una mela che fuori conserva la sua buccia splendente ma poi la tagli a metà e dentro è marcia, nera.
Per colmare un vuoto devi inserire ciò che l’ha causato. Se lo riempi con altro, ancora di più spalancherà le fauci. Non si chiude un abisso con l’aria…
Ma esiste un senso del destino, un fatalismo tanto irresistibile che ha la forza di una maledizione e finisce quasi sempre per costringere gli esseri umani a gironzolare come spettri che si attardano attorno al posto dove qualche importante e significativo avvenimento ha segnato con il suo colore la loro vita, tanto più irresistibile quanto più nera è la tinta che la affligge.
È bello fuggire se ti sembra giusto e se lo vuoi. Mentre ti chiudi la porta alle spalle ti senti più vivo, la strada è sempre una lunga promessa. Ma quando il treno si muove il vagone diventa una gabbia senz’aria, il domani un tunnel che ti condurrà chissà dove. Di colpo ti scopri malato, afflitto da mille minacce, rimpiangi il tuo letto che era morbido e caldo, la tua casa che era comoda e buona e non sai più quello che vuoi. Temiamo tutti il futuro. Rimpiangiamo tutti il passato e siamo tutti incerti all’inizio.