Giulia Guglielmino – Tristezza
La tristezza non fa rumore.
La tristezza non fa rumore.
Erano sogni di cristallo: preziosi e troppo fragili.
Se prima ero com ero, era per merito tuo…Se ora sono come sono è per colpa tua che sei come sei per colpa mia.
Ogni risata di ieri, è una lacrima che nasce.
Resisti! Anche se ogni tanto ti frantumi in mille pezzi, sei in grado di ricomporti alla velocità della luce… sempre! Ma ad ogni modo i cocci, anche se separati tra loro, non possono andare troppo lontani, rimangono pur sempre nello stesso corpo!
Non posso far altro che danzare quello che sento dentro e scriverne il risultato.
È strano quando si arriva ad ammettere a sé stessi che si ha la volontà di tenersi un “ricordo” piuttosto che recuperarlo e farlo vivere nel presente.
Niente è più difficile di dimenticare…
Tocchi i miei pensieri più nascosti.Fai attenzione!Sono fuochi accesi e potresti bruciarti.
Se quello che vuoi è mettermi in difficoltà, bene, ci stai riuscendo, ma ora basta!Troverò la forza per svegliarmi al mattino già serena.
“Non portare rancore” può essere sinonimo di “dimenticare”, ma anche di “accettare”.
Accettare un sentimento come l’indifferenza di qualcuno, è facile solo se non hai bisogno di “accettare”, ma “ricambiare” con la stessa indifferenza.
Mi sento come appesa ad un filo di cotone,che è ancora integro solo perchéla mia sospensione è aiutata dalle mie maniche si aggrappano con forza all’aria dove ogni molecola è un sogno.
Sulle note del piano forte danzo rifugiata in una stanza vuota dove nessuno può ascoltare i miei silenzi…
Non so se è più il tempo che fa passare e dimenticare le cose o più le delusioni. Forse col tempo la testa dimentica le immagini e con le delusioni il cuore dimentica le sensazioni.
Mi hai rubato un sorriso, te ne ruberò io altri cento.
Apri il cassetto. Prendi il tuo miglior sorriso. Indossalo. Ora, impara a bastarti.