Italo Svevo – Personaggi famosi
L’immaginazione è una vera avventura. Guardati dall’annotarla troppo presto perchè la rendi quadrata e poco adattabile al tuo quadro, deve restare fluida come la vita stessa che è e diviene.
L’immaginazione è una vera avventura. Guardati dall’annotarla troppo presto perchè la rendi quadrata e poco adattabile al tuo quadro, deve restare fluida come la vita stessa che è e diviene.
Quando si muore si ha ben altro da fare che di pensare alla morte.
Alla sua tomba come a tutte quelle su cui piansi, il mio dolore fu dedicato anche a quella parte di me che vi era sepolta.
È un’azione indegna per un uomo! Io non ho alcuna voglia di ammazzarmi, ma non v’è dubbio che se decidessi di farlo vi riuscirei subito!
Il pianto offusca le proprie colpe e permette di accusare, senz’obiezioni, il destino.
Ma non le sembrava giusto vivere per prepararsi alla morte. M’ostinai e asserii che la morte era la vera organizzatrici della vita. Io pensavo sempre alla morte e perciò non avevo che un solo dolore: la certezza di dover morire. Tutte le altre cose divenivano tanto poco importanti che per esse non avevo che un lieto sorriso o un riso altrettanto lieto.
M’ostinai e asserii che la morte era la vera organizzatrice della vita.
Fuori dalla penna non c’è salvezza.
Insomma non avevo ancora perduta la capacità di ridere della mia avventura; la sola capacità che mi mancasse era quella di dormire.
Nessuno è mai contento della sua sorte.
Chissà se cessando di fumare sarei divenuto l’uomo ideale e forte che m’aspettavo? Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perchè è un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente. (dalla “Coscienza di Zeno”)
Il pianto offusca le proprie colpe e permette di accusare, senz’obbiezioni, il destino. Piangevo perché perdevo il padre per cui ero sempre vissuto. Non importava che gli avessi tenuto poca compagnia. I miei sforzi per diventare migliore non erano stati fatto per dare una soddisfazione a lui?
Ci sono tre cose che mi dimentico sempre: nomi, facce, la terza non ricordo.
Il vero aspetto della gratitudine non può che essere un sorriso forzato.
Il riso sulla sua bella faccia pareva l’arcobaleno e io la baciai ancora.
Un bacio dato non è mai perduto…
Chissà se l’amo? È un dubbio che m’accompagnò per tutta la vita e oggidì posso pensare che l’amore accompagnato da tanto dubbio sia il vero amore.